«Dal cielo piovevano gocce di fuoco»

Le drammatiche testimonianze di chi ha vissuto la notte dell’incendio di Luino (una ventina gli sfollati). «Le fiamme divoravano tutto e si sono portate via la nostra vita». La splendida solidarietà tra cittadini

– Alle 10 di ieri mattina in via Manzoni i vigili del fuoco erano ancora al lavoro. La lunga si era conclusa ma si doveva terminare di mettere in sicurezza le quattro palazzine interessate dal devastante incendio divampato mercoledì sera.

Vigili del fuoco arrivati da Luino, Varese e Laveno Mombello che hanno lavorato ininterrottamente per 12 ore. Senza sosta. Al loro fianco i carabinieri della compagnia di Luino. Cinque pompieri fuori servizio, visto il disastro, hanno raggiunto via Manzoni, lasciando le loro famiglie, e si sono messi a lavorare in quell’inferno. Non parlano molto: «c’è tantissimo da fare. Magari un’altra volta – dicono – per fortuna il vento è calato. Ma è stata durissima». Perchè

sono accorsi nonostante non dovessero? «Come non dovevamo – replicano asciutti – non è che uno è vigile del fuoco soltanto quando è di turno. Non è che se c’è una difficoltà e da contratto non tocca a te allora te ne freghi. Ci devi essere quando serve. Punto». La stima dei danni è ancora da quantificare. Si parla di centinaia di migliaia di euro. I tetti di quattro abitazioni sono inceneriti. La pioggia di lapilli caduta per ore ha danneggiato anche il tetto di Villa Botta Maghetti, ex proprietà Ferrini, splendido edificio del Settecento. Il racconto della notte più lunga di Luino lo affidiamo alle parole di chi l’ha vissuta. «C’era questo fronte di fuoco – racconta uno dei venti sfollati di cui sette sono ospitati nell’oratorio di via San Pietro non avendo altro rifugio – il fuoco mangiava il tetto. Noi eravamo terrorizzati. Eravamo fuori e vedevamo le fiamme avanzare come se corressero, spinte dal vento, incendiando il tetto di casa nostra. Lì ci viviamo da cinque anni. C’è tutta la nostra vita in quell’appartamento. Eravamo fuori nella notte ma non sembrava notte. Perchè il fuoco illuminava la strada come a mezzogiorno». Via Manzoni si trova in una zona splendida di Luino. Risale dal lago e si perde tra viuzze da dipinto. «Pioveva fuoco dal cielo – racconta Giuseppe Merrini, che abita poco distante e che ha avuta salva la casa – eravamo fuori anche noi. C’era tutta la città. Abbiamo intravisto anche il sindaco. Sembrava l’eruzione di un vulcano. Cadevano lapilli incandescenti che incendiavano gli alberi o piccoli pezzi di prato. Guardavo quel cielo da fine del mondo e pensavo: Dio ti prego non su casa mia. Sono stato risparmiato e questa mattina sono corso a chiedere cosa potessi fare per dare una mano. Per aiutare chi non era stato fortunato quanto me».

Come Merrini sono stati tantissimi i luinesi, residenti in altre zone della città, a mettersi a disposizione in una sorta di gara di solidarietà. Tra chi si è proposto da dare una mano per ripulire e chi per riparare i tetti senza ovviamente far pagare la manodopera. Dalle ceneri di quell’incendio Luino è risorta bellissima. Una città unita. «Questa notte in tanti ci hanno offerto ospitalità – raccontano i sette ospiti dell’oratorio di via San Pietro, in tutto tre nuclei familiari – il comune e la parrocchia si sono fatti in quattro. Abbiamo un tetto, anche se abbiamo perso tutto. Ma ringraziamo per essere stati assistiti così. Anche se all’idea di dover ricominciare tutto da capo ti viene da piangere».