Il pieno a spese del Comune. Dipendente finisce nei guai

L’imputato, accusato di peculato d’uso, si è rifornito di carburante per 1.800 euro con la card comunale

Il pieno all’auto? Lo faceva a spese del Comune. Almeno secondo quanto sostenuto dall’accusa che ha ottenuto che un dipendente (oggi non più in servizio per ovvie ragioni) del Comune di Luino andasse a processo con l’accusa di peculato d’uso.

L’imputato era in forza al Comune di Luino con la qualifica di “lavoratore occasionale accessorio” e come tale aveva accesso alla Card utilizzata per il rifornimento dei mezzi comunali. Quelli e quelli soltanto visto che la carta come è logico viene finanziata con denaro pubblico e serve esclusivamente per il rifornimento di mezzi comunali utilizzati in servizio della collettività. Per l’accusa, invece, il presunto dipendente infedele, difeso dall’avvocato Corrado Viazzo, ne avrebbe approfittato. L’auto era senza benzina? Che problema c’era: pronta la carta comunale per mettere carburante a costo zero (per l’imputato, non per i luinesi) e proseguire la corsa. Una volta? Magari al primo pieno l’uomo potrebbe aver pensato: è un’emergenza, lo faccio adesso e poi mai più. Ma alla “tentazione”, secondo quanto gli è stato contestato, non ha proprio saputo resistere.

In tutto sono 19 i rifornimenti a spese del contribuente che il dipendente si sarebbe regalato. Si spazia da piccoli importi, da 30 euro circa, a grandi importi che in alcuni casi toccano i 171 euro (c’è il dubbio che il dipendente si riempisse anche dei contenitori da utilizzare poco alla volta all’occorrenza senza dare troppo nell’occhio). E così un pieno dopo l’altro l’uomo ha toccato quota 1.800 euro di carburante “scroccato”, secondo la procura, al Comune e quindi alla collettività. È evidente che una simile cifra non poteva non balzare all’occhio quale anomalia a chi controlla i conti. È scattata dunque la denuncia ai carabinieri che, dopo una serie di accertamenti, incroci di orari rifornimento e perquisizioni, sono arrivati al presunto dipendente infedele. Facendo scattare la denuncia. L’uomo ha negato, ma la procura è certa di aver individuato il furbetto del carburante giusto.

Tra l’altro c’è il sospetto che quel carburante l’imputato lo rivendesse pure ad amici, conoscenti o familiari intascando anche del contante. Il Comune di Luino, rappresentato dall’avvocato Elisabetta Brusa, si è costituito parte civile come è logico. Qualora fosse condannato, il danno arrecato all’ente dal dipendente infedele, sarebbe materiale (1.800 euro di carburante spariti) oltre che morale. Ieri in aula è stato sentito uno dei militari che ha condotto le indagini. L’udienza è stata quindi aggiornata al prossimo 8 marzo. In quella data sarà ascoltato, come testimone (nonché esponente della parte lesa) il sindaco del Comune di Luino Andrea Pellicini.