La Casa che accoglie chi non sa più come sperare

I numeri e le richieste al Centro Caritas: la crisi morde ancora e in coda ci sono tanti italiani

Per far fronte alle tante povertà e fragilità emerse soprattutto a causa della crisi economica iniziata del 2008 e che ha investito in pieno anche la provincia di Varese, come tante volte abbiamo raccontato sul nostro giornale, a Besozzo, è nata una vera e propria Casa della Carità intitolata a santa Mare Teresa di Calcutta. Una struttura gestita dalla Caritas locale e che è un’evoluzione del servizio che da sempre i volontari hanno prestato a favore dei bisognosi, voluta fortemente dal parroco che nel novembre del 2016 ne aveva parlato alla comunità pastorale; un sogno diventato realtà il 23 aprile di quest’anno, giorno dell’inaugurazione.

I volontari che animano la Casa della Carità besozzese, che è stata realizzata accanto alla chiesa prepositurale Santi Alessandro e Tiburzio, sanno bene quanto sia la mancanza di lavoro la vera emergenza dei nostri tempi; sono tante le aziende, che nella zona del Medio Verbano, dei laghi e del Nord del Varesotto in questi anni hanno chiuso o comunque hanno ridotto gli organici.

Il Centro Caritas di Besozzo, dal 1999 al 2017, ha accolto ben 222 famiglie, tra le quali molte italiane, distribuendo beni di prima necessità e sopperendo a vari bisogni urgenti; il tutto dopo un colloquio preliminare con gli addetti al centro di ascolto. Oggi, sono una sessantina le famiglie assistite dalla Caritas di Besozzo e Brebbia, che fanno parte della comunità pastorale besozzese.

«Le richieste di aiuto – sottolineano i volontari – sono aumentate in questi anni soprattutto per la crisi economica che ha privato molte persone di un impiego, costringendo le famiglie a rivolgersi alla Caritas».

Sono sedici i volontari che operano nella Casa della Carità di Besozzo, che si alternano nelle giornate di apertura dedicandosi, ciascuno secondo il proprio ruolo, all’accoglienza, all’ascolto, al segretariato, al coordinamento e alla distribuzione di beni e alimenti. I volontari frequentano regolarmente dei corsi di formazione; un’attività importante è rappresentata dai corsi di italiano per straniere, per agevolarne l’inserimento in società, frequentato attualmente da una quindicina di donne.

All’oratorio di Besozzo, la Caritas organizza attività di doposcuola e aiuto nello svolgimento dei compiti. Visto che la dispensa alimentare è quasi vuota, la Caritas di Besozzo propone per l’Avvento un gesto di solidarietà concreto per le famiglie bisognose a causa della crisi che persiste e crea nuove povertà e disagi. «Fra coloro che hanno avuto un primo colloquio con noi – raccontano i volontari – il 40% è rappresentato da italiani e il 60% da stranieri, in particolare marocchini, albanesi e ucraini; spesso le richieste sono di tipo materiale per sopperire alla mancanza o all’insufficienza di un reddito lavorativo. Il problema della casa riguarda il 22% dei casi; anche il pagamento delle utenze diventa un problema. Cerchiamo di favorire la ricerca di lavoro con annunci sempre disponibili, collaborando con gli sportelli Informa Lavoro e facendo da tramite».