«Leggiuno, terra di grandi campioni»

Il Sogno Atlantico si riposa ai Caraibi dopo il record nella traversata oceanica in solitaria a remi. Il vicesindaco Valena: «Perucchini come Gigi Riva. Con lui il nostro paese ha fatto il giro del mondo»

Intanto che ad Antigua nei Caraibi si gode il meritato riposo dopo la straordinaria impresa terminata mercoledì dopo 53 giorni di navigazione solitaria dell’oceano Atlantico su una barca a remi, è il suo paese natale Leggiuno a festeggiare il suo campione, fresco di record mondiale. «Stanno arrivando tanti messaggi e telefonate anche in Comune di persone che hanno qui in paese la seconda casa – racconta il vicesindaco – tutti ci dicono che Leggiuno è terra di campioni, tra e Matteo Perucchini».

Nell’olimpo leggiunese e del lago Maggiore, il vogatore merita un posto d’onore a fianco di un mostro sacro come Riva. Il rientro a Leggiuno di Perucchini non sarà immediato; dopo alcuni giorni di riposo ad Antigua, in compagnia della fidanzata e di mamma e papà , il super vogatore farà rientro in Inghilterra, dove risiede e lavora. «Non vediamo l’ora di festeggiarlo e di abbracciarlo come merita – prosegue Valena – abbiamo in mente diverse cose ma purtroppo al momento non sappiamo se verrà

a Leggiuno per le vacanze pasquali o più in là; ne parleremo con i suoi genitori quando rientreranno in Italia dai Caraibi. Ora lasciamo che si goda il giusto riposo dopo la straordinaria impresa». Prima della partenze per le Canarie, lo scorso dicembre, l’amministrazione di Leggiuno ha donato a Perucchini una targa che ha portato fortuna; tutti i leggiunesi hanno fatto il tipo per Matteo, seguendo la sua traversata sui social o tramite i genitori e il fratello Simone. «Grazie a lui, il nome di Leggiuno ha fatto davvero il giro del mondo» commenta Valena, che conosce bene il canottaggio avendolo praticato ad alti livelli: «Solo chi pratica questo sport può sapere quanto sia pesante remare per tre ore di fila – spiega il vicesindaco – figuriamoci farlo per diciotto ore al giorno come ha fatto Matteo, per giunta da solo, senza il conforto di nessun compagno, chiuso in una cabina e in balia delle onde. Per un canottiere, attraversare a remi l’Atlantico è come per un alpinista scalare il K2».

Ovvero un’impresa ai limiti delle proprie possibilità che Perucchini ha vinto, unico italiano ai nastri di partenza di questa competizione estrema. «Circa tre anni fa avevo sentito parlare di questa gara, mai più avrei immaginato che nel 2016 un mio concittadino avrebbe potuto parteciparvi e vincere» rivela Valena, il quale mette in luce un altro aspetto del capolavoro di Perucchini. «È molto bello che questo suo enorme sforzo fisico e mentale sia stato finalizzato anche ad una raccolta fondi benefica per due associazioni impegnate in campo sanitario e sociale» sottolinea l’esponente della giunta comunale leggiunese. Perucchini potrebbe diventare una sorta di testimonial di Leggiuno e del lago Maggiore? «Sicuramente è un simbolo positivo – conclude Valena – ama il suo paese e il lago, basta vedere le foto pubblicate sul suo blog. Dobbiamo parlarne con lui, ma più che testimonial per il turismo, lo vedrei benissimo come motivatore di giovani, facendogli anche incontrare i ragazzi delle scuole».