Racconta di essere stata scippata. Ma aveva perso tutto alle slot

Luino - La donna aveva denunciato il furto. In realtà era schiava del gioco d’azzardo

– Perde tutto alle slot machine e racconta di essere stata scippata. Due volte. Una doppia bugia con la quale la donna mirava a nascondere ai familiari la dipendenza da gioco d’azzardo. La menzogna smascherata dagli agenti del commissariato di polizia di Luino: la donna incastrata dai filmati delle videocamere di sorveglianza del bancomat dove ha eseguito i prelievi e del bar dove subito dopo ha sperperato i soldi alle slot machine. Per la giocatrice è

scattata la denuncia per simulazione di reato.
I fatti. La donna, alla fine del 2015 e ad inizio del 2016, si era presentata al commissariato di polizia di Stato di Luino per denunciare due distinti scippi entrambi avvenuti in centro. Gli scippi, a suo dire, erano stati consumati subito dopo aver effettuato un prelievo di denaro dal bancomat dell’istituto di credito dove era correntista. La donna dichiarava, inoltre, di aver ben visto gli scippatori e, addirittura, di saperli riconoscere. Le indagini condotte dalla polizia giudiziaria luinese però, non hanno portato ad identificare il malvivente, bensì tutti gli indizi e le prove raccolte andavano contro la donna.
Ad incastrare la stessa sono state di fondamentale aiuto le registrazioni della videosorveglianza della banca e del bar, tali da far cadere in contraddizione la donna e da farle ammettere il suo problema. La sequenza delle immagini, del resto, era inequivocabile: un fotogramma mostrava la signora davanti al bancomat mentre ritirava i soldi, un secondo fotogramma, prelevato dalle registrazioni nel bar dove era solita giocare e dove era ben nota, la mostravano, pochi minuti dopo il prelievo, infilare denaro nelle slot machine sino ad esaurimento. E’ apparso chiaro che nessuno l’aveva mai scippata e che dal bancomat la donna si era diretta al locale dove aveva perso tutto il denaro. Quella del doppio scippo era una scusa, una bugia raccontata ai familiari, per nascondere la propria ludopatia. Al di là della denuncia per simulazione di reato, l’indagine conclusa dalla polizia di Stato ha un alto valore sociale. I poliziotti hanno infatti scoperto anche il retroscena per quelle bugie. Una malattia, quella della dipendenza dal gioco d’azzardo, la solitudine della donna disposta a mentire per di non affrontare la vergogna di una confessione ai familiari. Adesso l’intero problema è alla luce del sole. La donna non dovrà più mentire. Potrà essere aiutata e sostenuta, potrà guarire. Gli agenti che hanno scoperto le sue bugie le hanno salvato la vita. Altrimenti la donna avrebbe continuato sino alla completa rovina.