Sorprende i ladri rubare nel suo bar ad Angera. «Ora vivo ostaggio della paura»

Il racconto di Davide Monteggio: nella colluttazione ha rimediato 5 giorni di prognosi

Faccia a faccia con il ladro, poi la colluttazione. È accaduto poco dopo le 23 di lunedì al bar Flamingo di via San Michele a Angera. , 45 anni, titolare del locale è riuscito a mettere in fuga i ladri che hanno cercato di saccheggiare l’esercizio commerciale durante il giorno di chiusura. «Due pugni ben assestati sono riuscito a piazzarli e spero di avergli fatto male – racconta Monteggio – adesso però ogni volta che chiudo il locale o sento un rumore nel buio mi guardo le spalle. Ho reagito d’istinto, ma la paura è arrivata subito dopo e ha lasciato il segno».

Il titolare abita sopra al bar: «Poco dopo le 23 ho sentito dei rumori – racconta – ero salito in casa mezz’ora prima e non avevo attivato l’antifurto: ho pensato “per mezz’ora cosa vuoi che succeda”». Monteggio si avvicina all’ingresso del bar: la zona è buia perché il locale è chiuso e le luci sono spente. «Ho sentito un fischio arrivare dal parcheggio: era il palo. Mi ha visto e ha avvisato il complice dentro al bar – racconta – erano almeno in due. Il tempo di cercare di capire cosa stesse succedendo e aprire la porta del bar che mi sono trovato il ladro che era nel locale di fronte: stava cercando di uscire di corsa».

Monteggio ha cercato d’istinto di fermare il fuggitivo: «Ho tentato di bloccarlo e c’è stata una colluttazione – spiega – mi sono difeso e con un colpo sono riuscito a buttarlo giù. Era decisamente ben piazzato, si è rialzato e abbiamo lottato ancora mentre tentavo di trattenerlo è riuscito a colpirmi». Monteggio ha rimediato lesioni guaribili con una prognosi di cinque giorni. «Aveva il viso coperto da un passamontagna che ho cercato di strappargli per vederlo in faccia – racconta il titolare del Flamingo – non ci sono riuscito. Sono riuscito a strappargli la pila, ne aveva una da esploratore di quelle che si tengono in testa. Purtroppo non sono riuscito a fermarlo».

L’accaduto è stato denunciato ai carabinieri. «Da lunedì mi guardo le spalle – racconta – sono attento a ogni rumore. Non posso fare a meno di pensare: e se avesse avuto anche soltanto una cacciavite? Come sarebbe andata a finire? È una preoccupazione costante, non vivi più come prima. Pensi: e se tornasse per vendicarsi? E allora quando chiudo il locale sto in guardia: mi viene in automatico, sono teso. C’è preoccupazione. Gestisco questo locale dal 2001: non mi era mai capitata una cosa del genere. La situazione purtroppo peggiora di anno in anno».

E nei giorni in cui tanto si parla di diritto alla difesa Monteggio spiega: «C’era anche il rischio qualora fossi riuscito a fermarlo che mi trovassi a passare dei guai per averlo colpito nel tentativo di difendermi – spiega – carabinieri e polizia fanno un grande lavoro. Spesso riescono a fermare questi delinquenti che però se la cavano con un buffetto. Con pene leggere e senza certezza è chiaro che per chi vive così il rischio vale il gioco. Li punissero in modo adeguato e senza sconti, buona condotta e tutto il resto, ci penserebbero. Che poi qui non c’è niente da rubare: è riuscito a portarmi via un Mac che ho già bloccato e che quindi può usare al massimo come tappetino e 200 euro di fondo cassa».