Trafficava armi. Ex militare condannato a otto anni

La sentenza - L’indagine, scattata per un controllo al valico di Zenna, portò alla luce un vero arsenale

Traffico internazionale di armi dalla Svizzera alla Sicilia attraverso i valichi varesini: ex militare condannato a otto anni di carcere.
L’indagine, coordinata dalla procura di Varese, bloccò sei persone, tra queste anche Francesco Aparo, ex militare dell’esercito di origine siciliana all’epoca in servizio a Novara, e i fratelli Emilio e Pietro Ghidelli, veri e propri appassionati di armi. La condanna in primo grado per Aparo è arrivata ieri: otto anni aveva chiesto il pubblico ministero Annalisa Palomba e otto anni ha ottenuto.


Nel luglio 2014 era arrivata davanti al gup Anna Giorgetti, con rito abbreviato, la condanna a tre anni e quattro mesi per Emilio Ghidelli. Il giudice per l’udienza preliminare aveva inoltre disposto il rinvio a giudizio di Aparo e Pietro Ghidelli, ratificando il patteggiamento a un anno e otto mesi di un quarto coinvolto. Gli ultimi due indagati sono invece stati prosciolti. Il legale di Aparo ha già annunciato il ricorso in Appello.

L’indagine scattò dopo un controllo al valico di Zenna. Una Fiat Marea Station Wagon fu perquisita dai militari della guardia di finanza di Luino e nel vano della ruota di scorta fu trovata una mitraglietta – fabbricazione italiana, ma assemblaggio svizzero – chiusa con un lungo silenziatore irregolare e 1500 munizioni. Le fiamme gialle perquisirono la casa dell’uomo, a Brissago Valtravaglia, trovando altro materiale interessante detenuto illecitamente: due fucili a pompa, ancora imballati, una carabina, 2000 munizioni, due baionette. E persino pistole che nell’immaginario collettivo sono riconducibili a James Bond.
L’indagine si è quindi allargata: la guardia di finanza tira i fili, cerca riscontri e arriva a quattro persone, sospettate di esser implicate nel sequestro della Spectre. A Cittiglio, a casa di un libro professionista di 46 anni, viene trovato un fucile da bracconaggio con il mirino notturno. Altri due indagati vengono perquisiti a Luino e a Chivasso. Il grosso è a Novara e a Lentini, nelle abitazioni di Francesco Aparo.
Alla fine, la traccia di Zenna, portò a un arsenale sbalorditivo: 33 armi lunghe, 48 revolver e pistole, 108 caricatori, 12.161 munizioni di vario calibro, quattro silenziatori, 1.200 inneschi per munizioni, 31 baionette e pugnali, 774 ogive, 608 bossoli, un ordigno esplosivo con innesco a inciampo, 1,7 chili di polvere da sparo, cinque pallini di piombo. Per Aparo è arrivata la condanna. I coinvolti hanno sempre sostenuto di essere dei collezionisti, semplici appassionati. In realtà l’accusa ha sempre sostenuto esattamente il contrario: le armi rientravano in un traffico internazionale che avrebbe dovuto avere quale destinazione finale la Sicilia.