Un guasto isola Monteviasco

La storia - Funivia bloccata fino alla fine del mese: ma la frazione tiene duro. «Sono rimaste sei persone»

Guasta la funivia per Monteviasco: il borgo è isolato. «Sul monte – spiega il sindaco – restano soltanto sei persone». Lo stop al solo collegamento, in alternativa alla splendida mulattiera del 1800 percorribile soltanto a piedi, è scattato lunedì. «La funivia ritornerà in funzione entro il 26 aprile – spiega Rossi – Anche se, da ottimista, spero che entro il 23, 24 aprile la tratta tornerà ad essere perfettamente operativa». I lavori procedono: «Ad oggi è

stato individuato e riparato il guasto all’impianto elettrico – spiega il primo cittadino di un Comune che conta 200 residenti, anche se gli effettivi sono 180 – Il vero problema resta la fune che la linea utilizza. Deve essere completamente sostituita». I lavori di sostituzione sono iniziati questa mattina, ma l’intervento è lungo e complesso. «Parliamo di 54, 55 quintali di fune da trasportare da monte a valle – dice Rossi – Non è un lavoro semplice e certamente non potrà essere realizzato in una manciata di giorni».Un intervento del costo di 200 mila euro: «Dei quali 180 mila euro sono stati finanziarti da Regione Lombardia – spiega Rossi – i restanti 20 mila, che per un Comune come Curiglia, sempre in difficoltà, sono una cifra più che significativa dovrebbero essere finanziati dall comunità Montana».

Di fatto sino al 26 aprile Monteviasco resterà isolato. «Dei 30 residenti – spiega il sindaco – nel borgo attualmente ne restano soltanto sei. Chi ha un altro alloggio disponibile si è comprensibilmente trasferito. Parla in modo particolare di persone piuttosto anziane che, senza funivia, dovrebbero salire e scendere a piedi quotidianamente». In tutto sono 400 metri circa di dislivello da coprire attraverso una mulattiera bellissima ma non proprio dolce nel suo arrampicarsi nel bosco. E’ Rossi stesso a sottolineare alcuni casi particolarmente emblematici. «Abbiamo dovuto “sfollare” gli anziani non autosufficienti – spiega Rossi – In un caso abbiamo dovuto trasportare un ultraottantenne in una casa di riposo perché senza funivia era impossibile consegnargli i pasti a domicilio come accadeva ogni giorno». Chiusi anche tutti i ristoranti. «Tutti tranne uno – precisa Rossi – è il circolo El Barchet. Rimane aperto per gli operai che stanno lavorando alla funivia e per gli escursionisti che salgono a Monteviasco durante il fine settimana».

Un’impresa che rivela tutta la tenacia di chi, in questo borgo arroccato nel punto più nascosto della Val Veddasca, ci è cresciuto. Il pane lo faranno i titolari che ogni giorno trasporteranno a piedi tutto l’occorrente per la cucina. «Infine – conclude Rossi – ringrazio il 118 Varese, in particolare , che ne è il responsabile, grazie al cui intervento siamo riusciti a trasportare a Monteviasco un defibrillatore, concesso dalla Croce Rossa Italia, per fronteggiare eventuali emergenza sanitarie».