Nell’organizzare una rassegna musicale che funzioni, la sola idea non basta.
Servono ingegno e collaborazione, risorse economiche ma anche luoghi funzionali a soddisfare le esigenze del pubblico. Alessandro Zoccarato, direttore artistico del Black & Blue Festival – la chiusura si è tenuta domenica con “The Cyborgs” e Scarecrow – ammette che «è stata più dura del solito. La crisi economica si fa sentire da qualche anno, il budget per il festival si è ridotto di circa il 20 per cento, gli sponsor privati si contano sulle dita di una mano: ma è inutile polemizzare».
Così lancia l’idea di una rete: non tanto quella di salvataggio (che male non farebbe) ma quella tra enti, istituzioni, istituti di credito, associazioni del territorio.
Solo facendo sistema (una parola alla moda) si potrebbero risolvere i vecchi problemi della Varese by-night. «Far convergere le idee, gli stimoli, le riflessioni, le abilità professionali e organizzative ma, soprattutto, le economie verso una direzione condivisa aiuterebbe a fare della nostra città un polo attrattivo sotto il punto di vista culturale», sottolinea Zoccarato.
Con la consapevolezza che i sacrifici fanno parte di questo lavoro: «Il cartellone del Black & Blue 2013 ha visto tante novità – libri, fumetti, solo performance – con concerti di livello tenendo sotto controllo, però, i costi. Certo, nessun artista vincitore di Grammy Award (e questo influisce sempre sulle scelte del pubblico) ma musicisti bravi sui quali scommettere».
Perché uno fra gli obiettivi del festival è proprio quello di coinvolgere un pubblico (anche questa volta proveniente, oltre che da Varese, dalle province di Milano, Bergamo e dal Canton Ticino) sempre più ampio e diverso.
Grazie, come è accaduto in questa edizione, a «concerti ad ingresso libero: una scelta suicida, perché gli artisti devono essere pagati e si fanno i salti mortali per poter rientrare dalle spese, fisse e non». Lo zoccolo duro di affezionati che ha «adottato il Black & Blue riveste una grande importanza. Anche perché non abbiamo la pretesa di fare cultura (beh, qualche volta ci proviamo) ma solo divertimento e intrattenimento di qualità».
Un obiettivo che «il Comune di Varese ha capito, e supporta il Festival, anche se dovrebbe potenziare ciò che già funziona nella nostra città piuttosto che disperdere le risorse in mille appuntamenti sparpagliati sul territorio».
È questo che, secondo Zoccarato, è sempre mancato alla città di Varese: «Cultura è una parola difficile, se non scomoda. Eppure organizzo concerti in tutta Italia e all’estero (sono rientrato da poco dalla Francia dove ho gestito un tour di Veronica Sbergia) e con il Black &Blue abbiamo più volte dimostrato di voler puntare sulla qualità.
Ma a Varese manca la voglia di cooperare e i maggiori stanziamenti finanziari vanno ai grossi eventi. Insomma, se dieci anni fa non c’era alcun problema a fissare il biglietto d’ingresso a dieci euro, oggi si spende solo per il nome che occupa le hit discografiche. Varese non è una città che ti segue con facilità».
Ed è anche per questo che Zoccarato preferisce non parlare di futuro: «Per l’anno prossimo, si vedrà».
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