Il signor Enzino protagonista vip dell’estate varesina. Enzo Iacchetti sarà ai Giardini Estensi domani, alle 21, per la tappa varesina del Festival della Comicità. Un ritorno nella città giardino per il comico luinese reduce dai tanti successi televisivi e teatrali.
Porta in scena “Chiedo scusa signor Gaber”, spettacolo di teato-canzone omaggio al cantautore milanese. L’ingresso alla serata è libero.
È uno spettacolo senza tempo, che non scade mai, con canzoni immortali che sanno anche i giovani d’oggi come “Barbera e Champagne” e “Cerutti Gino”. In mezzo ci sono i miei monologhi. Piace ed è molto richiesto tanto che il prossimo anno saremo a Roma per un mese.
Per differenziarmi dagli altri. Potevo prendere uno spettacolo di Gaber e realizzarlo in teatro come più o meno lo faceva lui, ma ci sono cose di Gaber che non sono rappresentabili se non da lui stesso. Ho pensato anni a questo progetto: quello che canto è Enzo Iacchetti. Prendo le canzoni di Gaber, le distruggo e le rifaccio mettendoci del mio come autore e interprete.
È stato il più grande artista contemporaneo del ‘900. Il primo ad accogliere i francesismi. Quegli artisti del nuovo modo di fare canzoni che si esibivano nelle cave, diventate il trampolino per il cabaret italiano. Gaber viene dal rock & roll e poi è il primo ad aver descritto la realtà sociale del nostro Paese. Aveva previsto tutto già nell’ultimo disco, 11 anni fa. In “Io non mi sento italiano”, disco di protesta, c’era l’annuncio di una crisi economica data dal degrado umano.
Mi piacerebbe saperlo: è lì dove ci manca di più sentirlo. Lui non ha eredi e quindi è un peccato che non ci sia con le sue canzoni. I suoi testi di quindici anni fa sembrano scritti ieri: è ancora attualissimo. Anche se con la situazione di oggi qualche indicazione la potrebbe dare. Gaber sarebbe un grillino, meno aggressivo di Beppe, un po’ più intellettuale. Un Grillaber che direbbe con più dolcezza le cose che Beppe, per carattere più aggressivo, dice in modo forte.
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