Per la rivisitazione in chiave moderna, ma fedele all’originale, del musical rock per eccellenza il pubblico è stato partecipe sin dall’inizio, con alcuni spettatori arrivati in costume e moltissimi fedeli all’Audience Participation Guide, ovvero, le regole per prendere parte allo show dalla platea dalla galleria.
Dalle grida di compiacimento rivolte al narratore che chiede “Are you ready for the Rocky?” al ripetere le “esse” ben sibilate quando viene nominato il cognome di Janet “Weiss”, fino al tormentone degli “Uh” al solo menzionare il Dr. Scott. “Transylvani” navigati e novellini del live hanno tenuto fede alla tradizione che accompagna da decenni il più irriverente e trasgressivo dei musical.
«A uno spettacolo del genere non si può che venire con il boa – ha detto Mirco Garzonio – La forza del Rocky sono divertimento, simpatia e libertà. Non l’avevo mai visto dal vivo, ma conoscevo bene il film. Un personaggio preferito non ce l’ho, tutti hanno le loro particolarità, da Riff Raff a Eddie».
C’era, seppure in incognito, anche la curatrice del museo dei fossili di Besano, che ha confessato che, «con lo show ci si diverte. Dopo che si lavora tutto il giorno ogni tanto è bello ritagliarsi del tempo per uno spettacolo. La marcia in più di questo è la musica».
Perfetti in coppia Simone Vasi e Francesca Maroni.
«Io ero già andata a teatro a vederlo 13 anni fa – spiega lei in abito da cameriera – Tutti erano travestiti, mentre io mi sentivo in imbarazzo a non esserlo, perciò questa volta ho provveduto».
«Il mio era il travestimento più semplice – ha replicato Simone, nei panni di Brad, il timido fidanzato – Da bimbo mi pettinavo così».
Cappello, papillon e cravatta di paiette per Matteo Sperafico, Mario Macchiarulo ed Emanuele Cairo. «Siamo già stati a vederlo al cinema Mexico, dove anche il pubblico ha la sua parte da recitare e noi siamo pronti».
Tra i personaggi e le canzoni preferiti «Janet, il Dr. Frank’n’Furter, “There’s A Light” e “Time warp”». E proprio quest’ultimo brano ha mandato in visibilio il pubblico -tutto in piedi per il bis finale – grazie anche alla citazione cinematografica con il narratore che arriva armato di “lavagna” e spiegazioni per il ballo di gruppo.
La marcia in più è proprio la musica live di due ore di spettacolo nelle quali l’attenzione non scema mai grazie al ritmo serrato tra dialoghi e tempi dell’orchestra, con chitarre, basso, tastiera, batteria e cori.
Sono state mantenute anche le promesse di fedeltà all’estetica horror e glam e l’omaggio alla cultura camp, kitsch e pop.













