Ieri pomeriggio, a Villa Recalcati, alla presenza della vulcanica , si sono svolte le premiazioni. Vincitrice assoluta , studentessa di 22 anni di scienze della comunicazione all’università dell’Insubria. Il suo racconto si intitola “Ogni piccola cosa”. Protagonista è un uomo anziano ricoverato in una casa di riposo che insiste per tornare a casa. «Sa di essere un peso, ma i suoi non sono
capricci di un vecchio, perché tutte le cose che costruiscono una vita restano in quel profumo che non se ne va di casa e che è bello sentire anche per l’ultima volta. Quando si è vecchi non si ha più tempo per le cose grandi e ci si rifugia in quelle piccole» spiega la giovane. Romantico, emozionante e nello stesso tempo attuale.
Il racconto di Sara fa davvero venire le lacrime agli occhi: «Per me la casa è il nido della quotidianità – racconta – Volevo descrivere quel problema insolubile che c’è nel coniugare il ritmo di vita dei figli con quello dei genitori e la durezza che a volte scaturisce dai dialoghi e dalle situazioni».
Al secondo posto troviamo . Ventiquattro anni, studentessa di comunicazione all’Insubria, si è confronta con il dramma sulla violenza sulle donne, in “C’è profumo di riscatto, cara Amalia”. Il racconto ha lo stile di un copione cinematografico e descrive il cambiamento interiore di una donna, Amalia, che trova negli odori che accompagnano la dolorosa guarigione l’occasione per riflettere e poi denunciare il suo aguzzino.
Terzo sul podio (22 anni). Anche lui ha dato voce alla terza età in “Profumi dal passato”.
Il suo racconto parla di quei profumi che restano nel tempo. Nello specifico dell’odore di un forno, dei sapori di una festa paesana, della colonia usata da un uomo scomparso. Anche Mattia è studente all’Insubria e sogna un futuro nel teatro.
Al quarto posto troviamo “Il profumo degli ulivi” di (24 anni). Un testo frutto di intensa documentazione che racconta di un medico che ha lavorato negli accampamenti di Gaza; diventato cieco, rivede Gerusalemme nei profumi.
Quinte a pari merito (20 anni) e (23 anni). Rita ha scritto “Quando il profumo manca”: un racconto ideato in treno e ispirato a un passeggero, Ahmad. Il ragazzo emigrato in Italia dal Pakistan è descritto mentre riceve una telefonata dalla sua famiglia e gli sale alle narici il profumo del cibo di casa. Susanna, invece, ha proposto “Il verbo avere”, un racconto che accosta la grammatica a un profumo, due spazi minuscoli – fatti di un aroma leggero e di poche parole – ma nei quali si superano le differenze culturali.
Al sesto posto il profumo assume una nota ironica., 24 anni, di Solbiate Arno, in “La visita della vecchia zia” racconta di una parente piemontese ignorata dai nipoti a causa del pungente odore.
A premiare i giovani c’era anche , neoeletto presidente della provincia di Varese, che ha detto: «Tra le mie proprietà c’è il sostegno al sistema bibliotecario e la volontà di investire sull’edilizia scolastica, perché i giovani hanno bisogno in stare in luoghi decorosi per imparare meglio».
I racconti dei 23 finalisti sono pubblicati in un libretto edito dall’associazione amici del Premio Chiara, dal titolo “Quel profumo”.













