Dalla Francia all’Iran: leggi e idee così diverse

Le notizie che riguardano i nostri amici a quattro zampe nei paesi stranieri sono sempre curiose. Quelle che invece stanno arrivando dai paesi islamici ci piacciono un po’ meno.

Dopo la fatwa lanciata dai sunniti della Malesia contro i cani, in quanto “esseri impuri”, arriva la notizia della proposta di legge Iraniana che vuole punire con 74 frustate ed una multa che va dai trecento ai tremila dollari, chiunque compri e cammini nei luoghi pubblici con un cane, una scimmia o altri animali domestici. In un estratto del disegno di legge tradotto in inglese, si legge che i cani non sono i benvenuti anche a causa della loro “sporcizia” e i trasgressori potrebbero essere “arrestati” se scoperti in pubblico ad accompagnare il loro animale domestico. La stessa punizione, se la proposta verrò approvata dal Parlamento, potrebbe essere applicata anche nei confronti di coloro che organizzano passeggiate con i cani o corse cinofile sfruttando i media. Come hanno fatto gli attivisti di “I Want To Touch A Dog”, il movimento che invita a toccare gli animali.

La prima manifestazione si è tenuta in uno shopping center di Kuala Lumpur, e un’altra pochi giorni fa in un parco a Petaling Jaya. Gli organizzatori di “voglio toccare un cane” hanno invitato i bambini ad accarezzare gli animali. Una sorta di “dog petting show” che ha avuto un enorme successo. L’iniziativa non è però piaciuta alle massime autorità islamiche del Paese, che se la sono presa con gli organizzatori della fiera: “I musulmani non possono toccare e neanche avvicinarsi ad animali impuri come i cani. Chi organizza simili eventi va contro la legge islamica”.

Alle notizie shock che arrivano dai paesi islamici, si contrappongono quelle che arrivano invece dalla Francia e che vanno nella direzione opposta. La Commissione delle leggi dell’Assemblea nazionale Francese ha infatti riconosciuto gli animali come “esseri viventi dotati di sensibilità”. Fino ad oggi, il codice civile francese, come il nostro, li definiva un “bene mobile“. Per gli animalisti rimane però una vittoria a metà. La definizione di “esseri viventi dotati di sensibilità” è infatti ridimensionata da un articolo che precisa: “fatta riserva per le leggi che li proteggono, gli animali sono soggetti al regime dei beni materiali”.