Brinzio, assolta l’ex postina «Non si è intascata i soldi»

Dipendente delle Poste a processo per peculato: assolta con formula piena. “Perché il fatto non sussiste”, precisa il difensore Oskar Canzoneri. La sentenza pronunciata oggi dal presidente di collegio Anna Azzena. La ragazza, 23 anni neo assunta, fu denunciata in seguito alla sparizione, tra l’ottobre 2011 e il febbraio 2012, di 1.600 euro dalle casse dell’ufficio postale dove prestava servizio. Dopo la denuncia scattò anche il licenziamento. La giovane era accusata di aver intascato 660 euro attraverso raccomandate lasciate poi in giacenza.

Altri 400 euro, invece, arrivavano, per la procura, di un “finto” pagamento di due bollette del gas. Infine l’imputata, che ha prestato servizio sia a Marchirolo che a Brinzio, proprio a Brinzio avrebbe commesso il reato più deplorevole rubando la pensione, 800 euro, ad un anziano. «Nulla di tutto questo è mai accaduto – ha spiegato Canzoneri in aula – L’ufficio postale di Brinzio era, all’epoca, teatro di un vero e proprio caos contabile. La mia assistita, per quanto riguarda le bollette, ha eseguito correttamente la transazione, senza intascare neanche un euro. Né tanto meno ha sottratto denaro ad un pensionato». Tra l’altro al ritiro della pensione in questione era delegato un dipendente comunale. I giudici hanno accolto la tesi difensiva assolvendo in toto la ex dipendente postale. La quale però è nel frattempo rimasta senza lavoro. Dopo il licenziamento la ragazza ha ricorso contro il provvedimento: il giudice del lavoro, all’epoca, aveva rigettato il ricorso in quanto ancora pendente il processo penale per peculato.

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