Compiti sì o no? La rivoluzione parte da Varese

Scuola al capolinea, torna l’incubo peggiore di genitori e studenti alle prese con le vacanze. L’idea del maestro Brandani: il libro bianco

Compiti per le vacanze, male necessario o inutile accanimento? Una questione che va avanti da tempo, e che si ripropone con la scadenza dell’anno scolastico. Si salveranno gli alunni di quinta elementare e terza media, per tutti gli altri ci sarà da studiare.
Il fronte dei contrari cresce a dismisura, in particolare tra pediatri e pedagogisti, che li definiscono «inutili, dannosi per i ragazzi e costosi per le famiglie». Il tema non è nuovo, se ne discuteva già negli anni Novanta, ogni tanto riaffiora, ma questa volta sembra avere una maggiore risonanza e trova adesioni anche nelle superiori dove secondo l’Ocse i quindicenni italiani passano una media di 9 ore la settimana contro le 4,6 della media europea. In Parlamento contro i compiti è stata anche presentata un’interrogazione al ministro Giannini.

La Francia ha abolito i compiti nelle scuole primarie. In Italia nemmeno se ne parla, ma qualcuno si sta attrezzando. È il caso di , insegnante tradatese nella scuola primaria.