Famiglia e paese chiusi nel dolore «Ormai questo asfalto è maledetto»

Cesare Miali, la vittima dell’incidente stradale di sabato notte a Cuvio, aveva 21 anni. Il giovane risiedeva in paese ed era conosciuto da tutta la comunità che il giorno dopo s’interroga sull’ennesima tragedia della strada.

Nel centro storico, a pochi passi dal luogo dello schianto, l’atmosfera è pesante e dolorosa. Non si nasconde lo smarrimento per la perdita ancora una volta di un ragazzo giovanissimo al volante.

«Basta morti sulle nostre strade – ci si sfoga a bordo strada lungo la via che porta a Cuveglio ricordando anche l’ultimo incidente mortale di Casalzuigno solo due settimane fa – Vogliamo solo che la ruota delle morti dell’asfalto smetta di girare». Arrivando dall’imbocco di via XX Settembre ci si addentra nel centro del paese e, da lì, si può percorrere l’ultima parte di strada battuta dalla Micra guidata dal ventunenne con a bordo altri cinque giovani.

Sono ben visibili i segni sull’asfalto, gli sfregi della lamiera contro il muro e la chiazza d’olio ormai rappresa. Passano dei ragazzi che si fermano a guardare in silenzio, proseguono e dopo pochi metri si fermano a commentare. «Conoscevo bene Cesare, era nostro amico – uno di loro vuole raccontare- sabato sera ci siamo visti, era allegro come sempre. Avrei dovuto passare la serata con lui e gli altri, poi ho fatto altro. Da ragazzi abbiamo anche giocato a calcio nella stessa squadra, sapevo che adesso lavorava con il padre e si stava costruendo un futuro e una sua vita con grande impegno».

Qualche metro più in là in una traversa parallela alla strada teatro dell’incidente c’è un piccolo bar, sono le prime ore del pomeriggio e un paio di persone si fermano al bancone. Il barista descrive il giovane che frequentava il locale ricordandolo come sereno, sorridente e impegnato nella sua attività: «Ho saputo solo questa della morte di Cesare: ogni tanto veniva qui pur lavorando dalle parti di Varese. Un bravo ragazzo, e non è la solita frase che si dice per ricordare qualcuno: Cesare lo era veramente ed è l’aggettivo che meglio lo descrive, lo ricorderemo sempre così. Purtroppo un’altra domenica di lutto e un’altra vittima da piangere, sembra che queste strade della Valcuvia siano veramente maledette».

Cesare Miali abitava in una villa bifamiliare sulla strada principale che divide in due il paese, da casa sua al luogo del tragico schianto non c’è più di un chilometro. Davanti alla sua abitazione si sono radunati alcuni amici e parenti, è dura chiedere e provare a parlare della tragedia, sono ore insostenibili per i famigliari.

Il fratello preferisce non dire nulla, troppo grande è il dolore. Il cugino di Cesare, però, prova a farne un ritratto, «Abito nella stessa casa ed eravamo molto legati, un fratello per me – dice – condividevamo molte cose: da qualche mese ci allenavamo anche insieme a Muay Thai. Cesare aveva appena iniziato e in poco tempo aveva raggiunto il livello degli agonisti. Anche questo può far capire bene com’era fatto: un ragazzo che dava il massimo di sé in ogni cosa, negli hobby come nel lavoro».

Anche la famiglia vuole capire l’esatta dinamica dell’incidente, cosa sia avvenuto veramente lungo via XX Settembre l’atro ieri notte. Sulla tragedia si esprime , sindaco di Cuvio, «Conosco la famiglia di Cesare, ottime persone. Non ho altro da commentare, credo che il silenzio sia la forma di rispetto più alta verso questa famiglia colpita da un dramma grandissimo».

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