Frana: è disastro colposo? Si indaga e Laveno ha paura

La procura verifica gli interventi fatti sulla collina dal 1992 al 2012 sono state 7 le messe in sicurezza. In paese però si parla di un “disastro annunciato”. E la scuola senza Adriana prosegue tra il dispiacere e la rabbia

Frana mortale: la procura verifica 20 anni di interventi su quella maledetta collina. E non solo: il punto di partenza per la valutazione della documentazione al vaglio del pubblico ministero sarà la casa della famiglia Levati. Costruita 50 anni fa, quando la collina non era così urbanizzata, e poi circondata da altri edifici. In sintesi la procura valuterà se gli interventi realizzati negli anni per evitare cedimenti possano considerarsi efficaci e realizzati a regola d’arte, oppure no. E soprattutto perché non abbiano funzionato sabato notte. Nel corso degli anni, infatti, sulla collina erano già stati registrati piccoli smottamenti che avevano allarmato i residenti e che non erano passato inosservati.

La frana che ha provocato due morti nella notte tra sabato e domenica

La frana che ha provocato due morti nella notte tra sabato e domenica

(Foto by Varese Press)

Cerro, infatti, da tempo guardava con sospetto quel pendio e forse anche con paura, ma la sensazione a due giorni dalla tragedia nella frazione lavenese è che tutto il territorio sia una gigantesca trappola. Il paese è deserto. Le quattro famiglie sfollate sabato notte oggi non hanno ancora fatto ritorno alle loro case, corre voce di altri crolli e cedimenti di alcune colline attorno, non solo di “assestamento” lungo via Reno ma anche più nell’entroterra lavenese.
«Tragedia annunciata? Come si può dire –affermano alcuni, pochissimi residenti, che vanno in riva a controllare il lago- Sicuramente qualcuno ha notato che da quella collina, anche in passato durante le piogge di particolare intensità, scendeva acqua e fanghiglia ma nulla da giustificare un allarme; qui ormai ogni pendio trascina a valle di tutto, di ogni collina si dovrebbe aver paura».

Una fotografia di Adriana Rochely De Pena Moja, la ragazza rimasta uccisa nella frana

Una fotografia di Adriana Rochely De Pena Moja, la ragazza rimasta uccisa nella frana

(Foto by Varese Press)

Si respira nell’aria lo sconforto dell’intero paese: ieri mattina Adriana (la ragazza deceduta nella frana), sarebbe dovuta andare a scuola, come ogni lunedì mattina. La professoressa è l’unica ad avere la forza di parlare, descrivendo le emozioni drammatiche di una mattina così diversa dalle altre: «Ieri guardavo il tg e ho visto la foto della sedicenne che ha perso la vita, subito ho pensato fosse una nostra alunna. Adriana aveva da poco iniziato questo percorso, era in prima,

e si stava creando il gruppo di compagni. Sono tutti molto giovani e per molti di loro questa scomparsa dolorosa potrebbe essere il primo approccio con la morte, ecco perché i nostri professori stanno affrontando passo dopo passo con la classe questo evento. Ho parlato con gli alunni alla prima ora, ho detto di ricordare tutti i momenti vissuti con Adriana; bisogna cercare di dare un senso anche a questa scomparsa, far capire ai nostri ragazzi che ogni istante che si passa a fianco ad una persona, come è stato per loro con lei, è prezioso, unico».

Lo sconforto di Lia Levati, che nella tragedia ha perso marito e nipote

Lo sconforto di Lia Levati, che nella tragedia ha perso marito e nipote

(Foto by Varese Press)

Adesso la giustizia farà il suo corso, ma ciò che resta a Cerro di Laveno è un misto di rabbia e lacrime a causa di una notte che si è portata via due vite.