Gavirate aspetta Greta e si divide

Nel centro di Gavirate, il paese dove abitala giovane cooperante rapita in Siria insieme alla collega , è una mattina diversa da tutte la altre. Poche persone a passeggio e qualche abitante della zona che si ferma a commentare il preoccupante fatto di cronaca che nelle ultime ore ha fatto sprofondare la città nell’ansia. Tra i negozi affacciati sul porfido non tutti conoscono Greta, ma tutti hanno saputo la notizie e in molti dicono la loro opinione. Gavirate aspetta Greta, augurandosi che possa presto tornare a casa sana e salva. Non mancano però divergenze di vute sulla scelta della ventenne varesina di intraprendere una missione umanitaria nel luogo attualmente più pericoloso della terra.

«Posso comprendere l’altruismo e lo spirito di volontariato, ma spingersi in uno scenario disastrato come la Siria per una ragazza di vent’anni la reputo una scelta fin troppo rischiosa – dicono alcuni gaviratesi-Credo che i numeri della guerra in termini di morti, il caos del conflitto e i casi di padre e del giornalista avrebbero dovuto farla riflettere di più prima della partenza –proseguono – Certo ognuno è libero di spendersi per le proprie cause, ma calarsi nell’inferno e pensare di uscirne indenni significa sottovalutare molto le proprie azioni» terminano altri gaviratesi rivolgendo un pensiero a chi, in queste ore, a pochi metri da queste vie del centro, attende notizie da Roma e dalla Siria- «Mi metto nei panni dei genitori – dice un altro – che stanno vivendo un dramma, anche se maggiorenne non avrei mai lasciato partire mia figlia per quella missione».

Altri, invece, credono che in nessuna maniera Greta Ramelli e Vanessa Marzullo abbiano sottovalutato la pericolosità del loro viaggio, ma che sapevano bene cosa le avrebbe attese, proprio perché reduci di un recente primo sopralluogo in Siria nel marzo scorso. Le due ragazze poi, nonostante la giovane età, sarebbero anche in possesso di un importante curriculum in aiuto delle popolazioni africane e asiatiche.

«Io sono per il volontariato a qualunque costo anche nelle situazioni di pericolo – afferma decisa una passante- È un’azione nobile che merita rispetto e ammirazione».

«Sono scelte personali e Greta ha scelto di aiutare il prossimo –proseguono altri che, pur non conoscendo personalmente Greta, appoggiano la sua iniziativa- La sua azione ha un peso maggiore perché dedicata a persone ormai dimenticate; di quella zona fino a l’altro ieri non se ne parla più. Spenti i riflettori anche l’attività di persone come Greta e Vanessa può portare un minimo d’aiuto a chi ne ha bisogno. Dispiace comunque tantissimo per una ragazza così giovane della quale non si sa più nulla, ma la sua scelta non va giudicata».

© riproduzione riservata