Giallo al Grand Hotel: dov’è il drago?

Le foto che vedete qui sotto, scattate da alcuni varesini, parlano chiaro: la sparizione in effetti c’è stata. Appello al Comune per la riqualificazione ma l’assessore Binelli spiega: «Tanti vincoli e niente fogna»

– Sparita una grondaia a forma di drago al Grand Hotel Campo dei Fiori. Alcuni varesini affezionati alla storica struttura hanno confrontato le fotografie scattate nel 2010 a degli scatti recenti. Dalle immagini è evidente che il dragone di ottone non c’è più. Il tam tam di questa sparizione ha incuriosito e innervosito numerosi varesini appartenenti al popolo del web, i quali indignati si chiedono come mai l’amministrazione comunale non faccia nulla per il recupero dell’immobile sottoposto a vincoli della Sovrintendenza ai beni culturali. «Quell’hotel se lo stanno portando via un poco alla volta», commentano su Facebook.

Ebbene, il Comune poco ci può fare. La situazione è abbastanza complessa. I proprietari dell’albergo, la famiglia Castiglioni, sono alle prese con vicende giudiziarie e la struttura è passata nelle mani di un curatore fallimentare. L’edificio, inoltre, si trova all’interno del Parco del Campo dei Fiori. Il regolamento del Parco non consente l’apertura di qualsiasi tipo di attività entro i suoi confini. Ma limita fortemente la destinazione degli immobili presenti, come nel caso dell’ex hotel liberty,

a finalità culturali e ricettive. Tradotto in parole povere, e con un esempio, l’ex Grand Hotel, seguendo alla lettera questo regolamento, potrebbe tornare ad essere un semplice hotel, oppure diventare un museo. Ipotesi che non avrebbero ottenuto il plauso dei proprietari. Così, un paio di anni fa, c’era stato anche chi aveva ipotizzato l’apertura di una struttura ricettiva dotata tuttavia di strumenti e comfort, che la rendessero di fatto un centro benessere. «Aprire un albergo al Campo dei Fiori potrebbe essere un’iniziativa imprenditoriale, oltre che anacronistica, anche suicida: chi oggi rischierebbe? – commenta l’assessore all’Urbanistica, – Non è nemmeno possibile realizzare un albergo di lusso perché le norme del parco non lo consentono». Il vero problema, però, è un altro: manca una rete fognaria. «Le poche case che si trovano all’interno del Parco – continua Binelli – non hanno le fognature, ma pozzi interrati di raccolta delle acque nere. Anche l’ex Grand hotel è privo di fognature: questo rende impossibile la realizzazione di qualsiasi attività ricettiva o di benessere». «Da tempo – prosegue – sostengo che per un vero rilancio del Campo dei fiori e del Sacro Monte, la prima cosa da fare sarebbe realizzare una fognatura che si colleghi con la stazione che c’è a valle della funicolare. Un’operazione complessa e onerosa perché servirebbe pochissimi utenti e sarebbe lunghissima». Sostanzialmente, il vecchio Grand Hotel del parco è come un gigante con i piedi di argilla perché manca di fondamenta solide: la rete fognaria.

«Quello della vecchia struttura liberty sarà un problema che è destinato ad accentuarsi negli anni futuri – continua l’assessore Binelli – I cittadini sono sensibili ad alcuni fabbricati e chiedono agli amministratori comunali di farsene carico, ma oggi sia il privato che il pubblico non hanno più risorse per fare questo tipo di intervento». «Paradossalmente, la salvezza del Grand Hotel Campo dei Fiori sono le antenne posizionate sulla sua cima che garantiscono una manutenzione costante al tetto: finché il tetto rimarrà sano, la struttura rimarrà solida».