Il caso dei magazzinieri infedeli. Milanello, interrogatori a tappeto

Saranno ascoltati tutti coloro che operavano all’interno dei magazzini della struttura sportiva rossonera

– Furti a Milanello: l’inchiesta che ha portato gli agenti della Digos della questura di Varese ad arrestare , marocchino di 52 anni, ex cognato del vicepresidente del Milan , e a denunciare un secondo magazziniere di 45 anni, perché accusati di aver sottratto abbigliamento sportivo griffato Milan per migliaia di euro, non è chiusa.

A Mustapha gli inquirenti sono arrivati dopo aver piazzato delle telecamere nascoste (conseguenza della denuncia per furto presentata due mesi fa dalla società calcistica) nei magazzini della prima squadra. Sempre attraverso questo filone sono arrivati anche al 45enne; per lui, però, non c’è stata la flagranza, quindi non sono scattate le manette. Sentire tutti coloro che potevano avere accesso ai magazzini servirà a circoscrivere il fenomeno e a identificare eventuali altri dipendenti infedeli. Se è vero infatti che i due già bloccati non erano complici e agivano autonomamente, è però probabile che, visto l’ambiente lavorativo abbastanza ristretto, vi fossero voci su queste presunte attività illecite. Voci che potrebbero portare ad allargare la rosa degli indagati. Non solo; c’è un secondo fronte di indagine. Cosa se ne facevano i due indagati dei capi di abbigliamento rossoneri trovati a decine nei rispettivi appartamenti? Il sospetto è ovviamente che li rivendessero sottobanco.

Una maglietta rubata per fare un dono a un amico tifoso è qualcosa da non fare, ma che può essere comprensibile. Decine di capi tra magliette, pantaloncini, scarpe, felpe, tute fanno sospettare che si tratti di altro. Che insomma i prelievi potessero andare ad alimentare un piccolo giro d’affari privato, ovviamente non autorizzato dalla società. Potenzialmente i capi di abbigliamento potrebbero anche essere stati rivenduti sottocosto. L’inchiesta chiarirà fatti e responsabilità. Mustapha intanto il 22 gennaio andrà a processo per rispondere dell’accusa di furto. L’uomo non ha ancora dato una propria versione dell’accaduto. Dopo la convalida dell’arresto gli è stato applicato il divieto di espatrio: pareva pronto per un viaggio, non potrà farlo sino al termine della vicenda o a nuovo ordine del giudice.