Il sindaco di Cuasso non si è dimesso In realtà è decaduto

Un doverosa rettifica a quanto pubblicato ieri: la situazione nel Comune è molto confusionaria e il sindaco è stata costretta a lasciare l’incarico

– Paola Martinelli, sindaco di Cuasso al Monte non si è dimessa ma costretta a lasciare a causa delle dimissioni in blocco di sette suoi consiglieri comunali.

Questo a rettifica di quanto erroneamente scritto ieri. «Non mi sarei mai dimessa ma sono stata costretta a lasciare vista la defezione in massa dei componenti dell’organo consigliare». Parla così la prima cittadina, formalmente ancora in carica fino al passaggio di consegne previsto per settimana prossima quando il Prefetto nominerà il commissario.
Prosegue poi Martinelli esponendo la convinzione di aver voluto proseguire nel mandato: «Nonostante le difficoltà riscontrate nello svolgere il compitole mie intenzioni erano di portare a termine il mio mandato –ha

detto ieri dopo aver dichiarato a caldo nelle ore successive alle dimissioni in blocco- In questo anno ho speso la maggior parte delle mie energie per cercare di risanare il bilancio comunale, perché senza i conti in ordine non si può realizzare niente. Ho denunciato irregolarità e presunti illeciti in parte già rilevati dalla magistratura contabile e questo ha dato fastidio a qualcuno che ha fatto di tutto per mandarmi a casa. Ritornassi indietro farei esattamente le stesse scelte. Credo che, nonostante questa sia una sconfitta della democrazia, il nostro Comune abbia bisogno di un Commissario che possa fare chiarezza e pulizia senza condizionamenti politici o esterni e dare un assetto organizzativo adeguato per garantire il regolare funzionamento degli uffici e servizi».
Martedì mattina alle 9 si sono dimessi sette consiglieri comunali, 6 di minoranza tra cui e del Gruppo Autonomo Cuasso già usciti a novembre dalla maggioranza e l’ex assessore . Essendo la metà più uno i componenti dimissionari il consiglio comunale andava a scioglimento automatico. «Da mesi ormai non condividevamo più l’azione amministrativa del sindaco –spiega Versaci– mancava la risposta ai problemi dei cittadini, e alcuni servizi erano stati tagliati. Il sindaco, anziché trovare il modo per rispondere ai problemi del paese, preferiva incolpare sempre la precedente amministrazione».