«Il tesoro delle parrocchie: l’oratorio»

Nel proporre uno spaccato della realtà delle parrocchie varesine in questo periodo estivo non può mancare l’intervento di chi, la Chiesa milanese, ha posto alla sua guida, monsignor, vicario episcopale della zona di Varese.

Nell’affrontare i temi di forte impegno per la Chiesa varesina monsignor Agnesi anticipa anche l’ormai imminente (entro il 2015, ndr) , istituzione di due nuove unioni parrocchiali in ambito cittadino.

Nascerà una nuova comunità pastorale tra Kolbe, Sant’Ambrogio, Bregazzana, Fogliaro e Rasa oltre a un collegamento con Ganna e Ghirla, comunità pastorale anche per Biumo Inferiore e Superiore, Valle Olona e San Fermo.

La tradizione pluridecennale degli oratori estivi che è nel dna delle parrocchie e delle persone, dei figli che possono andare in oratorio, è un tesoro prezioso che rivela tanti aspetti. Anzitutto l’attenzione educativa, quella cura affinché i ragazzi si sentano accolti, educati a far emergere il meglio di sé, è evangelica e profondamente umana.

Poi c’è la generosa disponibilità di adolescenti, genitori, preti e suore che dedicano settimane gratuitamente per questo servizio che rappresenta un profondo legame civile tra la Chiesa e le famiglie.

Ciò rappresenta un’alleanza tra ecclesiale e civile che deve crescere avendo come obiettivo ultimo l’educazione dei ragazzi ai grandi valori che a volte rischiano di essere scontati.

Anche per le vacanze in campeggio o in case autogestite permane la stessa tensione educativa cui si aggiunge una condivisione del tempo che si allunga su tutta la giornata.

Ci sono il servizio a tavola, il vivere insieme sopportandosi, camminando insieme, pregando, giocando. Il tutto, immersi nella natura segno della presenza di Dio nella nostra vita.

Un’esperienza intensa che ha lo scopo di cementare la comunità, di mostrare che non siamo da soli e che l’altro ha dei doni per la propria vita.

Chi ha fatto questo tipo di esperienza da adulto lo esprime nell’essere “educato” a farsi carico degli altri, dei piccoli, dei poveri.

In queste due grandi realtà si riconosce una comunità che educa in comunione tra persone con diverse vocazioni e competenze.

Ragazzi e adulti vivono frammentati, divisi, far vedere una comunità che si dedica agli altri con diverse modalità consente di scoprire a ciascuno che vale, che ci sono persone che si prendono cura degli altri con le loro fatiche e difficoltà.

La carità è il Vangelo, non può esserci evangelizzazione che non conduca alla carità. La Chiesa è riuscita a organizzarla in modo da rispondere alle diverse esigenze. Quella che garantiamo è una prossimità al povero, alla persona, che chiede di scoprire in ciascuno il figlio di Dio.

D’estate la gente ritorna e le patronali hanno il grande significato di fede che ci sono state donate da altri. Quel santo, quella tradizione, quel luogo, quella chiesa sono preziosissime memorie che ci dicono da dove veniamo e per questo vanno custodite e trasmesse. La sfida di oggi è che diventino occasioni di incontro con nuove persone magari venuta ad aiutare a quelle che semplicemente passano.

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