Merletti e il canone Rai «Illegittimo, diciamo di no»

Canone Rai per le imprese, la guerra di Giorgio Merletti: «Balzello illegittimo, noi non paghiamo».

Continuano a piovere lettere di sollecito ad artigiani, partite Iva e piccoli imprenditori per il pagamento del canone speciale della Tivù di Stato: 407 euro e 35 centesimi per quegli apparecchi «atti o adattabili» alla ricezione dei programmi radiotelevisivi. A guidare i “piccoli” in rivolta si erge , l’ex numero uno degli artigiani varesini che è presidente nazionale di Confartigianato e che dal primo luglio sarà il presidente di turno di Rete Imprese Italia, la federazione delle associazioni della piccola impresa.

«Anche a me è arrivata la lettera in azienda – ammette l’imprenditore di Arsago Seprio – è un’assurdità, soprattutto con la crisi che c’è, pretendere che mettiamo ancora una volta mano al portafoglio, senza capire il perché». È qui che monta la rabbia dei piccoli imprenditori: le lettere che “mamma Rai” sta spedendo anche a centinaia di partite Iva della nostra provincia non sono solleciti di pagamento e non chiariscono chi effettivamente debba pagare, pur lasciando intendere che qualsiasi impianto teoricamente adattabile alla ricezione televisiva,

dai semplici pc alle telecamere di videosorveglianza, possa essere soggetto al canone speciale. «Pagare il canone Rai è un obbligo per tutti coloro che in azienda posseggono radio e televisioni – lo sa bene Merletti – ma non accettiamo il metodo di rastrellare risorse imponendo il pagamento indiscriminatamente a tutti gli imprenditori, dando per scontato che posseggano uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive. In questo momento di gravi difficoltà per i nostri imprenditori, di tutto abbiamo bisogno tranne che di altri balzelli così onerosi, assurdi e illegittimi».

Ecco perché il presidente di Confartigianato ha subito chiesto l’intervento del ministro dello sviluppo economico: «Pensano che la gente trovi i soldi per strada? – si chiede polemicamente Merletti – ma io dovrei essere pagato per quello che faccio, non per quello che “potrei” fare. Quand’ero assessore ad Arsago Seprio avevo bloccato l’aumento indiscriminato della tassa sui rifiuti per i commercianti, in base al principio che se si usufruisce di un servizio si paga. E invece qui sembra che si usi quell’arma per fare cassa». Sarebbe l’ennesimo, inaccettabile onere sulle spalle delle piccole imprese, proprio pochi giorni dopo le positive notizie su Sistri (il sistema di tracciabilità dei rifiuti), altro grattacapo che ha fatto arrabbiare la piccola impresa.

«Su tanti temi la politica deve ascoltarci, a partire dal rispetto della direttiva sui ritardi dei pagamenti, ma anche sulla compensazione tra debiti e crediti della pubblica amministrazione. Ora alle nostre richieste si aggiunge quella del canone speciale Rai».

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