Morì nel cantiere: colpevoli i vertici dell’impresa edile

Morì schiacciato da un muretto mentre lavorava in un cantiere: condannati per omicidio colposo l’amministratore e il legale rappresentante dell’impresa edile per la quale l’operaio lavorava

– Riconosciuto un risarcimento complessivo pari a 350mila euro per i familiari della vittima, che si sono detti «soddisfatti, non certo per la somma assegnata ma per aver ottenuto giustizia per Maurizio». Assolto il committente del lavoro.
Il giudice monocratico di Varese ha pronunciato condanne comprese tra due anni e un anno e 11 mesi nei confronti dei due imputati il cui comportamento negligente, per il magistrato, ha contribuito all’infortunio costato la vita a , carpentiere di 48 anni, morto il 24 marzo 2012 sotto il crollo di viale Ticino a Gavirate.

Stando a quanto accertato dalle indagini, il carpentiere era stato sepolto dal crollo della parete di un box alta circa tre metri, pare mentre toglieva i puntelli.
Per lui purtroppo non c’era stato nulla da fare: era molto sul colpo. Sul posto erano intervenuti i vigili del fuoco che lo avevano estratto dalle macerie già cadavere. Nel cantiere erano intervenuti anche i carabinieri della stazione di Gavirate. L’area era stata messa sotto sequestro dall’autorità giudiziaria per consentire tutti gli accertamenti del caso.
La procura aveva iscritto nel registro degli indagati il committente del lavoro, il titolare dell’impresa edile che stava eseguendo l’intervento e il responsabile della sicurezza nel cantiere. Nel corso del dibattimento sono stati sviscerati tutti gli aspetti tecnici dell’infortunio.

In base ad alcune perizie è stato stabilito che al carpentiere fu ordinato di disarmare prematuramente la parete realizzata, si legge nelle carte, «in modo anomalo»., avvocato membro del collegio difensivo, aveva dichiarato in aula che Filaferro «aveva bevuto alcolici prima di mettersi al lavoro. Non era lucido».
L’accusa aveva chiesto condanne comprese tra i tre e i quattro anni: il giudice ha assolto uno degli imputati e dimezzato le pene ai due condannati. Si attendono ora le motivazioni. Quasi certo il ricorso in appello per i due condannati in primo grado.