Sbarco in Normandia per il super ciclista: impresa riuscita

In 27 giorni ha percorso in sella 3.180 chilometri per rendere omaggio alle vittime della guerra: «Sulla strada tante persone hanno tifato per me»

Lo “sbarco” in Normandia a bordo di una bici da corsa è riuscito, dopo 3.180 chilometri di pedalate e 27 giorni di viaggio. pensionato Enel di 61 anni ed ex consigliere comunale a Varano Borghi, ha portato a termine con successo la sua ennesima impresa, non solo sportiva, ma anche e soprattutto storica. «Sbarco in Normandia, per non dimenticare» questo lo slogan, tradotto in diverse lingue e contornato dalle bandiere di Italia, Francia, Usa, Canada e Gran Bretagna, scritto sulla maglietta che Bloisi ha indossato lungo la sua impresa.

«È stato un viaggio emozionante, soprattutto quando sono arrivato sulle spiagge dello sbarco; il sacrificio di tanti giovani che hanno perso la vita per la nostra libertà non può e non deve essere dimenticato» racconta il superciclista, che ha fatto visita e reso omaggio anche al cimitero americano della Normandia, dove riposano novemila soldati statunitensi sotto altrettante croci bianche. Un pugno di sabbia lanciato nel vento è stato l’omaggio che Bloisi ha voluto dedicare ai caduti dello sbarco,

un’operazione bellica decisiva per decidere le sorti della seconda guerra mondiale. Il ciclista di Varano non è nuovo a questo genere di imprese, dove i viaggi in bicicletta in giro per l’Europa sono finalizzati a celebrare imprese entrate nella storia d’Italia. Bloisi ha collezionati migliaia di chilometri in sella alla sua bici superleggera, per rendere omaggio lo scorso anno alle vittime dei campi di concentramento e l’anno prima per ricordare l’unità d’Italia.
«Sulla strada ho incontrato tante persone che mi hanno aiutato e incoraggiato – racconta – soprattutto tanti francesi che mi hanno indicato le strade migliori da fare e per paura che mi perdessi mi hanno scortato per alcuni tratti». Il superciclista varesotto come d’abitudine è partito senza un piano o tappe prestabilite. Sono le gambe, il cuore e la testa a guidare il suo cammino sulle due ruote; una prova che ha messo a dura prova il fisico. «Il primo giorno mi si è gonfiato il ginocchio per lo sforzo – ricorda Bloisi – il vento forte incontrato in Normandia mi ha fatto cadere due volte, ma mi sono sempre rialzato».

La voglia di arrivare alla meta è stata più forte di ogni altra cosa. Il ciclista ha dormito nella sua fedele tenda, che lo accompagna sempre in queste avventure e per mangiare un piccolo fornello da campo. «Ho visto posti meravigliosi e dormito in luoghi suggestivi e anche il tempo è stato clemente, a parte il vento forte» sottolinea Giovanni, che racconta un aneddoto capitatogli durante questo incredibile nuovo viaggio.
«Mi sono fermato a dormire in un campeggio in Francia – rammenta – la custode non ha voluto farmi pagare niente perché mi ha detto che ero il primo italiano che incontrava a fare un’impresa del genere». Bloisi non ha nessuna intenzione di appendere la bicicletta al chiodo o di fermarsi alla Normandia. Per l’estate del 2016 sta già pensando ad una nuova avventura al limite, sulle due ruote. «L’obiettivo è Berlino, per celebrare la caduta del Muro – conclude – non so ancora se partirò da Varano Borghi oppure da un altro luogo significativo come il Binario 21 alla stazione centrale di Milano». L’operazione Berlino 2016 è di fatto già cominciata; dopo il meritato riposo, per Bloisi scatteranno i soliti duri allenamenti sulle montagne del varesotto.