Strade e piazze arcobaleno per il Varese Pride. «Un evento inclusivo, aperto a tutta la città»

Presentata ieri in Comune la seconda edizione della manifestazione contro le discriminazioni

– Dopo la prima edizione dello scorso anno, il Varese Pride rilancia, aumentando impegno e obiettivi. Ieri mattina a Palazzo Estense è stata presentata l’edizione 2017 della Varese Pride Week, che da oggi e per tutta la prossima settimana ha in programma una serie di incontri che si concluderanno con la parata di sabato 17 giugno nel centro città, il vero e proprio Pride.

La manifestazione ha ottenuto il patrocinio e la collaborazione del Comune, a differenza dell’edizione 2016, quando le era stato negato dalla precedente amministrazione. Oltre a quello comunale, il Varese Pride conta sul patrocinio del Consolato Generale degli Stati Uniti a Milano, delle Ambasciate di Canada e Paesi Bassi, della Provincia e dell’Università dell’Insubria. Main sponsor dell’evento sono il locale “Il Salotto” di Vito Lionetti e la grande novità Vodafone Automotive, rappresentata alla conferenza dal responsabile delle risorse umane, Andrea di Nunzio, che si è definito «fiero per il sostegno fornito dalla mia azienda, che investe sulle diversità e le specificità di ognuno».

Giovanni Boschini, presidente di Arcigay Varese, ha spiegato: «Sarà un evento inclusivo e aperto a tutta la città. Abbiamo in programma per l’intera settimana incontri e convegni che accompagneranno alla parata di sabato. I Pride in Italia aumentano ogni anno, nel 2017 saranno 24 di cui 4, Milano, Varese, Brescia e Pavia, in Lombardia: è un bene e una cosa molto importante. Per la parata di sabato ci attendiamo una partecipazione da tutta la regione, anche se in contemporanea si terrà il primo Brescia Pride e gli attivisti si divideranno tra i due eventi». In rappresentanza del Comune era presente l’assessore Andrea Civati: «La Varese Pride Week non sarà solo un momento di festa, ma anche di riflessione e approfondimento su temi fondamentali come quello dei diritti civili. Credo che la città sia pronta a sposare la causa di chi chiede pari diritti e la nostra amministrazione è al fianco di questo progetto».

Sono stati poi illustrati i vari eventi della settimana: il primo si svolgerà stasera, alle 17.45, presso il negozio Mondadori di via Morosini, quando il giornalista Filippo Maria Battaglia presenterà il suo libro “Ho molti amici gay. La crociata omofoba della politica italiana”. Tra i principali appuntamenti, martedì alle 21 in sala Montanari sono previsti una proiezione e un dibattito con AGEDO, dal titolo “Due volte genitori”, che tratterà le difficoltà del coming out in ambito familiare.

Mercoledì, sempre alle 21, presso l’aula Ravasi dell’Insubria si terrà un convegno sulle malattie sessualmente trasmissibili organizzato dal SISM di Varese, con la presenza di un infettivologo dell’Ospedale di Circolo. L’evento clou sarà infine la parata di sabato per le vie del centro, con ritrovo in Via Sacco alle 14 e partenza alle 15. La manifestazione finale si terrà poi in piazza Monte Grappa dalle 17, quando interverrà anche il viceconsole degli Stati Uniti a Milano, Rami Shakra.

Riguardo alle polemiche dei giorni scorsi sul mancato patrocinio comunale al convegno sull’ideologia gender, organizzato da “Giuristi per la Vita” in Sala Montanari, l’assessore Andrea Civati ha dichiarato: «Nel mio percorso personale e politico ho fatto del rispetto delle idee di tutti, anche quelle distanti dalle mie, un valore. La città di Varese sta facendo proprio questo: rispettare tutte le posizioni. Credo però che un’amministrazione non debba sposare la causa di chi, per affermare i propri diritti, li nega agli altri: un’idea che più che affermare se stessa va contro quelle degli altri non dev’essere supportata dalle istituzioni». A questo proposito Giovanni Boschini ha aggiunto: «Secondo noi l’amministrazione comunale ha fatto bene a non concedere il suo patrocinio al convegno sulla teoria gender: oltre ad essere convegni antiscientifici, spesso al loro interno vengono fatte affermazioni estremamente discriminatorie. Allo stesso tempo, però, sono d’accordo sulla concessione della Sala Montanari, perché in democrazia tutti hanno diritto di esprimere il loro pensiero e le loro idee».