Volpi, cinghiali e pure cervi Al Sacro Monte c’è uno zoo

La foto sotto testimonia un avvistamento in zona. Ma non è l’unico
Il fenomeno è esploso. Barra: «A novembre la caccia agli ungulati»

Cinghiali, volpi, cervi e caprioli. Continuano gli avvistamenti di animali selvatici a spasso per le strade e i sentieri del monte sacro e la provinciale che porta alla Rasa.
La popolazione è letteralmente esplosa nell’ultimo periodo e gli animali selvatici ormai si avvicinano senza timore non solo alle case ma persino alle persone.
Accettano molto volentieri il cibo, che per di più prendono come un invito a ritornare.
D’altra parte con quel musetto aguzzo e la loro pelliccia fulva fanno luccicare gli occhi ai turisti del basso Varesotto e del Milanese che scelgono il Campo dei Fiori per le gite fuori porta, poco abituati come sono al contesto ancora naturale del territorio varesino.

Ma quali sono le ragioni di tanto viavai? «Nessuna particolare ragione – spiega , presidente del parco Campo dei Fiori – Probabilmente hanno solo voglia di farsi un giretto esplorativo. Ma il fatto che le persone raccontino che se ne vedono più del solito è solo un buon segno: significa che nel parco trovano le condizioni ideali per riprodursi».
La speranza è che i contadini ritornino a coltivare i campi magri, in modo tale da tornare ad avere radure aperte per favorire il pascolo ad alta quota di cervi e caprioli.

Si tratta di praterie su suolo calcareo da cui un tempo si ricavavano prati da foraggio che andavano sfalciati un paio di volte all’anno e che contribuivano in maniera determinante a tenere in vita l’allevamento e la pastorizia.
«Il problema è che l’agricoltura ad alta quota non è più redditizia come una volta – continua Barra – Così, le radure vengono invase dalla natura selvaggia e, per preservarle, dobbiamo investire non pochi soldi per tenerle pulite e aperte, anche per preservare alcune specie di insetti che sono tutelati da normative della Comunità europea».
Per i piccoli anfibi, soprattutto per le rane. «La Provincia e Regione Lombardi hanno attivato un progetto per la realizzazione di corridoi protetti per far transitare questi anfibi in sicurezza. Mi risulta che gli enti stiano per assegnare l’appalto dei lavori per la loro realizzazione».

Diverso il discorso legato ai cinghiali. Gli ungulati, ormai da qualche anno, si stanno riproducendo in maniera incontrollata.
«I cinghiali tendono ad avere cucciolate numerose. Quando i cinghiali devastano una coltivazione non rovinano solo i prodotti agricoli ma anche il terreno, che spesso viene abbandonato».
«Il danno diventa sia ambientale che paesaggistico». Il problema non è nuovo, ma adesso l’aumento del numero di capi diffusi, sta creando allarme in diverse zone.
Qualche escursionista comincia a temere persino la normale passeggiata nei boschi, curando di evitare «brutti incontri».
Ai danni per le colture si associano i rischi di incidenti stradali, una situazione difficile insomma, monitorata con attenzione alla ricerca di una soluzione accettabile per tutti.
«A novembre riaprirà la caccia al cinghiale – conclude Barra – Lo scorso anno la caccia è stata efficace, speriamo che lo sia anche quest’anno: non per cinismo, ma per preservare le specie arboree novelle presenti nel parco».