Banche, ecco perché sono importanti nel sistema economico

«C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico». Parafrasando si potrebbe dire «C’è qualcosa di nuovo oggi nelle banche, anzi d’antico».Qualcosa di nuovo perché in questi ultimi due anni tutto il settore del credito è stato protagonista di una rivoluzione rumorosa fatta di decreti legge, riforme legislative, provvedimenti di emergenza, fallimenti e resurrezioni, crisi profonde e risanamenti veloci. “Anzi d’antico” perché il sistema del credito resta centrale nel sistema economico.

Lo scorso anno era iniziato sotto il segno della riforma delle grandi banche popolari, una riforma passata nel disinteresse del Parlamento, in cui si obbligavano i grandi istituti a trasformarsi in società per azioni. E si è chiuso tra le polemiche per il fallimento e l’immediata riapertura di quattro banche di media dimensione (Banca dell’Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara) facendo perdere tutto il capitale agli azionisti e ai possessori, spesso inconsapevoli del rischio che correvano,

di obbligazioni subordinate emesse dalle stesse banche. Quest’anno è iniziato sotto il segno della introduzione delle nuove norme europee sulla risoluzione delle crisi (il “bail in” di cui si parla in un altro articolo in questa pagina). È proseguito con la riforma delle 370 Banche di credito cooperativo, caratterizzate dalla loro fondazione da una grande autonomia e da un forte contatto con il territorio e costrette a mettersi sotto l’ombrello di una holding unica nazionale. Ed è poi stato contrassegnato dal varo del fondo Atlante per gli interventi nelle banche in difficoltà. Atlante è infatti una nuova società finanziaria con un patrimonio messo a disposizione dallo stesso sistema bancario, soprattutto dai grandi istituti, dalla Cassa depositi e prestiti (la banca che gestisce il risparmio postale e che è controllata dal ministero del Tesoro e dalle fondazioni bancarie), dalle assicurazioni e da altre società finanziarie. Questo fondo potrà partecipare agli aumenti di capitale delle banche in difficoltà ed acquisire i crediti deteriorati migliorando così le potenzialità operative degli istituti di credito. Una iniziativa certamente positiva a cui manca tuttavia una parte importante: la creazione di una struttura in grado di aiutare le imprese ad uscire dalla crisi non solo con interventi finanziari, ma anche con i necessari supporti per il risanamento industriale.

Molte novità quindi, ma, come si diceva, anche “qualcosa d’antico”. Pur con tutte le polemiche, le difficoltà, le riforme più o meno condivisibili, il sistema bancario infatti sta dimostrando di essere uno strumento importante e insostituibile dell’intero sistema economico. Non tanto perché un sistema che si definisce “capitalistico” non può fare a meno dei capitali, quanto perché le banche adempiono a tre funzioni fondamentali: 1) garantiscono la protezione del risparmio, offrendo strumenti e prodotti con diversi gradi di rischio; 2) contribuiscono al finanziamento delle attività economiche sia delle famiglie (pensiamo ai mutui casa) sia delle imprese; 3) costituiscono uno dei motori dell’attività economica attraverso quell’ingrediente ancor più importante del denaro che è la fiducia. Per questo il fatto che il sistema bancario abbia saputo affrontare tutti questi cambiamenti, insieme alle difficoltà create dall’ormai troppo lunga crisi economica, lascia ben sperare sulla possibilità che in Italia possa continuare ad essere costruttivo ed efficace il rapporto tra banche, imprese e famiglie. Nello spirito con cui, nel 1200, sono nati proprio in Centro Italia i primi istituto di credito: si chiamavano Monti di Pietà ed erano iniziativa dei frati francescani.