Chiusi per ferie? Sì, ma non in agosto

Il mondo delle imprese è in forte trasformazione e in questo cambio di paradigma non è esclusa l’organizzazione aziendale, anche in tema di ferie estive. «Un cambiamento strettamente legato ai mercati di riferimento della nostra industria che sempre di più punta sulle esportazioni» spiega l’Unione Industriali varesina.

Oggi il 42,2% del valore prodotto dal nostro sistema manifatturiero è destinato alla vendita oltre confine «con destinazioni in Paesi sempre più lontani geograficamente e culturalmente, dove il calendario delle ferie non corrisponde a quello italiano incentrato tradizionalmente sulle chiusure agostane».

E allora adeguarsi alle opportunità che offre l’internazionalizzazione e a una globalizzazione dei consumi vuol dire anche questo, sottolinea Univa: «cambiare le abitudini che vedevano le imprese chiudere per grandi periodi in agosto. Pena la perdita di importanti commesse, perchè l’obiettivo è rimanere in contatto col mondo, organizzare una rete di consegna dei prodotti e di approvvigionamento delle merci, anche sulla base delle diverse esigenze di calendario di clienti e fornitori».

E per centrarlo sono molte le aziende che stanno dando vita ad una rivisitazione delle chiusure «con un’organizzazione delle ferie del personale che permetta di evitare lo stop totale delle attività».

Purtroppo però, anche le aziende più avanzate, «vengono comunque penalizzate da un sistema logistico nazionale che, invece, non segue questi trend: le merci, non basta produrle, bisogna anche trasportarle, continuando ad ottimizzare i costi, come durante il resto dell’anno».

Qualche cambiamento in tema di ferie è sottolineato anche da un sondaggio lanciato dalla Confartigianato varesina: «Non parliamo oggi di ripresa» spiega , presidente di Confartigianato Imprese Varese, «ma qualcosa si muove».

La congiuntura sfavorevole, per le piccole imprese, è durata a lungo «ma l’artigianato si è difeso ed è cambiato con la consapevolezza di dover valorizzare il connubio vincente fra tradizione e innovazione».

Ed è questo che ha permesso agli imprenditori di mantenere, comunque, l’occupazione: «E dopo le ferie forzate che ancora, lo scorso anno, erano il segnale di una situazione poco rassicurante, ora la chiusura estiva più lunga non sembra più coincidere con la crisi economica» spiega Galli. Lo dice il 56% del campione delle 200 imprese intervistate: «Il 73% degli imprenditori non allungherà il periodo di chiusura in agosto – spiega Galli – solo un 9% chiuderà da 1 a 5 giorni in più rispetto lo scorso anno, e un altro 9% aggiungerà al periodo dello scorso anno dai 5 a ai 10 giorni in più. Il 18% farà meno ferie: la turbolenza del mercato costringe gli imprenditori ad affrontare gli impegni di ordini improvvisi da evadere in pochissimo tempo». E così anche la programmazione delle ferie «rientra nei ritmi “improvvisati” di una situazione economica che per il 36% delle imprese è peggiore rispetto lo scorso anno, migliore per un altro 36% e stabile per il 27%».

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