«I crediti? Meglio andare a Lourdes…»

«Riscuotere i crediti della Pa? Conviene andare a Lourdes». È caustico il presidente varesino di Confartigianato Imprese, Giorgio Merletti, protagonista in questi giorni di un botta e risposta con il Governo sul tema del saldo dei debiti della pubblica amministrazione, che il premier Matteo Renzi aveva pubblicamente promesso entro la ricorrenza di San Matteo, il 21 settembre.

Una vicenda all’italiana, che rischia di sfociare nella barzelletta quando Bruno Vespa, l’anchorman che aveva strappato la promessa a Renzi, propone di risolvere il dilemma invitando tutti a fare il voto insieme al premier di salire in pellegrinaggio al Monte Senario, sopra Firenze.

«Accetto l’invito – sta al gioco Merletti, sarcasticamente – però, se vogliamo che le imprese italiane vengano pagate dalla Pa, meglio andare direttamente a Lourdes: è più probabile che il miracolo si avveri. O, ancora meglio, in alternativa a Lourdes si dia attuazione, nel decreto della delega fiscale, alla civilissima compensazione diretta e universale tra i crediti vantati da un’impresa verso la Pubblica amministrazione e le tasse che quella impresa deve pagare».

È qui il vero nodo, al di là dei “balletti” sulle cifre di questi giorni, con le associazioni che lamentano il mancato saldo (21 miliardi per Confartigianato, 35 per la Cgia di Mestre) e il Governo che assicura che i soldi ci sono, mentre sono le imprese che devono chiederli.

«I nostri sono i dati ufficiali del Mef – sottolinea il presidente degli artigiani – nessuno li ha smentiti, ma non possono dire che raccontiamo balle. Il nostro sistema associativo ce la sta mettendo tutta per accompagnare gli imprenditori nello sprint finale per il saldo di tutti i debiti. Poi è vero che molti imprenditori non stanno sfruttando questa opportunità, ma bisogna anche chiedersi il perché».

Merletti prova a spiegarlo: «Non si fidano – fa notare – il meccanismo è farraginoso e molti ritengono che i soldi debbano arrivare comunque e con i nuovi moduli si rischi di allungare i tempi. Per fare un esempio, se io devo riscuotere dei soldi da un Comune, preferisco aspettare piuttosto che registrarmi alla piattaforma perché, quanto a tempi di risposta e saldo, mi fido di più del Comune piuttosto che dello Stato».

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