Nau! Che fenomeno Un design colorato che rispetta il prezzo

Una rivoluzione nel mondo degli occhiali, non solo a livello di costi: è il cambiamento indotto nelle abitudini dei consumatori il vero traguardo raggiunto da Nau!, azienda con sede a Castiglione Olona che estende le sue propaggini in Cadore e in Cina.

Fondata nel 2005 da Fabrizio Brogi, senese trapiantato ai lidi bosini con la passione del basket, l’impresa ottica si appresta a vivere il decimo anno della sua esistenza percorrendo una strada focalizzata su tre obiettivi sempre attuali: design, colore e rispetto dell’ambiente.

Chiunque ne abbia mai avuto l’esigenza sa fin troppo bene che acquistare un paio di occhiali richiede una spesa non indifferente: tra montatura e lenti, alla cassa è molto difficile – se non pressoché impossibile – scendere sotto le tre cifre; se poi si ricerca anche la qualità, il prezzo può salire a dismisura.

L’idea che ha scompaginato le carte in tavola del settore parte proprio da qui: ridurre il prezzo dell’articolo venduto, pur mantenendo un alto grado di qualità.

Come fare lo spiega proprio Brogi: «Gli altri marchi proponevano collezioni che richiedevano produzioni voluminose e stavano sul mercato almeno per un anno. Ciò comportava alla lunga possibili inefficenze e grandi costi di gestione del magazzino». Nau! cambia tutto: «Noi presentiamo un nuovo modello ogni 30 giorni, se non più frequentemente – continua Brogi – I pezzi prodotti sono molti meno, vengono venduti tutti e non esiste più il problema della gestione delle scorte con i relativi oneri».

Se poi si aggiunge la possibilità data ai clienti di acquisto a costo zero della montatura dietro prescrizione medica, si arriva ad ottenere un “pacchetto” da vista completo ad un prezzo che va dai 20 ai 90 euro: rivoluzione completata. Il passo verso uno stravolgimento dell’essenza dell’oggetto stesso è stato poi breve: «Con questi prezzi, l’occhiale non diventa più una semplice protesi visiva, ma un accessorio di moda che si può cambiare frequentemente e possedere in quantità per adattarsi agli umori e allo stile».

Per rendere ancora meglio l’idea, Brogi svela un aneddoto: «Recentemente mi ha chiamato con voce un po’ arrabbiata un imprenditore del settore moda femminile che conosco da tempo: si lamentava perché la nostra impresa toglie loro clienti».

«Può sembrare assurdo ma non lontano dalla verità: il pubblico femminile ha iniziato a destinare parte del proprio budget dedicato allo shopping anche per comprare i nostri prodotti, visti non più come acquisto “una tantum” ma appunto come accessorio quasi vezzoso».

L’impresa che rischia è un’impresa che funziona: Nau! dà lavoro a 250 dipendenti diretti e 100 indiretti, con 70 nuove assunzioni nell’ultimo anno ed un’età media dei dipendenti di poco superiore ai 30 anni. Non solo: il 5% del budget è destinato alla formazione.

Un altro cavallo di battaglia è il rispetto dell’ambiente: «L’esigenza di inquinare il meno possibile diventa anche un formidabile strumento di marketing – conclude Brogi – La nostra sfida è stata quella di produrre occhiali in plastica riciclata tenendo bassi i prezzi».

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