Più lavoro e meno cassa in provincia C’è l’inversione di marcia: vera svolta?

Dalla Camera di Commercio numeri in controtendenza dopo gli anni bui della crisi. «Cauto risveglio» dicono gli esperti. In aumento i contratti a tempo indeterminato

– Aumentano i contratti di lavoro in provincia, mentre cala il ricorso alla cassa integrazione. Sono dati sull’occupazione incoraggianti quelli elaborati dall’Ufficio studi e statistica della Camera di Commercio di Varese.
Si comincia a intravedere qualche segnale positivo sul fronte del mercato del lavoro del territorio dopo anni durissimi dove il numero delle cessazioni di contratti superava regolarmente quello dei nuovi.

Troppo presto per dire se si tratti di una vera svolta, ma il segnale emerso dallo studio dell’ente camerale è positivo e va nella direzione della ripresa. Nei primi nove mesi dello scorso anno, sono stati registrati, in provincia di Varese, 81.994 nuovi contratti di lavoro, a fronte di 79.231 cessazioni di rapporti di lavoro. Un saldo attivo incoraggiante quindi, pari a 2.713. «Rispetto al periodo tra gennaio e settembre del 2014 – sottolineano dalla Camera di Commercio varesina –

sono stati costituiti oltre 4.500 nuovi rapporti di lavoro in più, facendo registrare un incremento netto delle assunzioni pari al 6%». Un passo avanti innegabile ma per misurarne la reale portata e stabilità, occorrerà aspettare i dati del 2016 che saranno disponibili ovviamente soltanto tra qualche mese. «L’analisi di questa dinamica, conferma i segnali già osservati durante il 2015, in merito a quello che si può definire un “cauto risveglio” del mercato del lavoro provinciale» spiegano dall’ente camerale di piazza Monte Grappa. Ma qual è la “qualità” dei nuovi contratti di lavoro stipulati nel 2015? A questo proposito, emerge dallo studio della Camera di Commercio un altro dato confortante, quello relativo alle assunzioni a tempo indeterminato. L’ultimo dato disponibile, ovvero quello del primo semestre 2015, parla di un deciso incremento in provincia di Varese, come anche nel resto d’Italia; il tasso di variazione si attesta attorno al 50%. Restano da approfondire le cause di questo incremento e quanto incidano sui nuovi contratti a tempo indeterminato gli incentivi per le aziende messi in campo dal governo. Dall’altro lato, bisogna vedere in che misura il Jobs Act, la riforma del lavoro approvata dall’esecutivo, incida su questa situazione. Interessante è analizzare anche un altro aspetto, tutt’altro che secondario, che riguarda l’altra faccia della medaglia del mercato del lavoro, ovvero l’andamento dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali e in particolare della cassa integrazione. Nello stesso periodo, i primi nove mesi dell’anno scorso, le ore autorizzate di cassa guadagni hanno registrato un sensibile ridimensionamento. Tra gennaio e settembre 2015, le ore autorizzate di cig sono calate del 34.6%, con oltre 9 milioni di ore in meno rispetto allo stesso periodo del 2014.

Entrando nel dettaglio delle diverse tipologie di cassa integrazione, i decrementi più rilevanti hanno riguardato la cig straordinaria, che ha fatto segnare un calo del 44.7%. Tutti i settori industriali hanno visto calare il ricorso alla cassa integrazione ad eccezione del solo comparto alimentare, il quale soffre ancora le conseguenze della crisi economica. Un altro dato positivo che emerge dall’analisi compiuta dalla Camera di Commercio di Varese, riguarda il decremento del flusso dei lavoratori iscritti nelle liste di mobilità, con riferimento però alla sola legge 223, la quale riguarda soltanto le grandi aziende. Nei primi nove mesi del 2015, i lavoratori interessati sono stati 1.034, con un decremento del 48% rispetto ai dodici mesi precedenti.