Restyling “made in Gallarate” per la galleria-gioiello di Milano

Galleria Vittorio Emanuele, per un restauro di eccellenza in vista di Expo le “griffe” si affidano all’impresa gallaratese Gasparoli.

«Progetto innovativo e spettacolare» esulta il Comune di Milano. L’operazione, di cui ieri è iniziata la seconda fase, è stata finanziata da Prada e Versace.

Si è concluso ieri mattina, in linea con il cronoprogramma, il primo spostamento del portale mobile costruito per il restauro della Galleria Vittorio Emanuele di Milano, eseguito dall’impresa Percassi di Bergamo per quanto riguarda il ponteggio e dalla gallaratese Gasparoli per le opere di restauro. È stata scoperta una superficie restaurata di circa 600 metri quadrati.

«Il restauro della Galleria – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici e all’arredo urbano Carmela Rozza – va avanti nei tempi stabiliti con un progetto innovativo e spettacolare, che sta conquistando il favore dei milanesi e dei visitatori. La prima parte restaurata anticipa un lavoro finale che darà prestigio alla città».

Un lavoro di grandissima qualità, che richiede una notevole organizzazione (il restauro viene eseguito di giorno sulla parte alta del pontile mobile e di notte sulla parte bassa): protagonista di questa impresa è la Gasparoli Restauri e manutenzione, antica azienda del nostro territorio, che è leader nella conservazione e manutenzione dell’edilizia storica e monumentale, di quella moderna e delle finiture decorative per interni ed esterni.

Fondata più di 150 anni fa e costituitasi nell’attuale società nel dopoguerra per volontà di Innocente Gasparoli, l’attuale Gasparoli Srl tramanda di padre in figlio l’antica tradizione di famiglia del restauro: oggi a guidarla sono i tre fratelli Guido, Paolo e Marco, eredi di Innocente, più Michele, figlio di Paolo e nuova generazione inserita in azienda.

«Non è un cantiere qualunque – ammette Paolo Gasparoli, architetto e docente al Politecnico di Milano – richiede una notevole concentrazione di personale, sia per il cronoprogramma ferreo sia per l’ambiente particolarmente critico e affollato, che impone di ridurre al minimo ogni rischio. Ma essendo una delle poche imprese che può contare su 40 dipendenti tutti assunti a tempo indeterminato, possiamo permetterci di eseguire certe operazioni».

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