Quindicenne annega nel canale “Era qui per un futuro migliore”

VIZZOLA TICINO Quindicenne annega nel canale industriale: un pomeriggio di svago si trasforma in tragedia. Il ragazzino, Abdelati Farhani, di nazionalità marocchina residente a Somma, è stato ripescato intorno alle 21 di ieri un chilometro a valle dal punto in cui gli amici lo hanno visto inabissarsi nell’acqua gelida. Il dramma si è consumato verso le 18 di sabato; un gruppo di adolescenti ha deciso di festeggiare la quasi fine della scuola con un bagno nel canale industriale che tanto suggestivo diventa all’altezza della diga di Vizzola. Diga quasi liberty, immersa nei boschi del parco del Ticino tra piste ciclabili e ristoranti. Il gruppo arriva poco prima delle 18; sono tutti ragazzi residenti tra Somma e Vizzola.

La giornata non è caldissima, tira vento e all’ombra qualcuno rabbrividisce ma il bagno di rito è una tentazione troppo grande. Così il sedicenne si tuffa, fa qualche bracciata, si allontana dal gruppetto rimasto sull’argine a prendere il sole. Il ragazzo si inabissa, gli amici non lo scorgono più. Momenti di panico, qualcuno forse pensa ad uno scherzo. I ragazzi chiamano a gran voce il compagno di bagno ma la risposta non arriva mai. 

Era venuto in Italia al seguito dei fratelli più grandi, che qui lavorano da anni, «per un futuro migliore», ripeteva ieri tra le lacrime uno dei suoi fratelli, in quella casa che sabato sera avrebbe potuto essere riempita dalle sue grida di gioia per la vittoria di Champions. E che invece è avvolta in un dolore che ti annienta.

Era stato inserito in seconda media, alle Leonardo da Vinci, al suo arrivo in Italia. «Adesso è rimasto solo il suo zaino – piange, composto e dignitoso, ma distrutto da un male che spacca il cuore, il fratello -. Lui a scuola era bravissimo». Che fosse davvero bravo nello studio lo confermano gli amici all’oratorio San Luigi, dove il quindicenne trascorreva molte ore giocando a calcio, sport che amava. Al punto da non rinunciare a tirare calci al pallone sul campetto anche in questi giorni in cui ogni tanto lamentava un dolore al polpaccio che i fratelli stavano tenendo d’occhio.

e.marletta

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