Giovedì 09 Giugno 2011
Varese, l'hotel dei profughi
"Li ho accolti, ora mi cacciano"

Bettini, dopo aver fatto due conti, si è attivato per arrivare ad accogliere i profughi, visti come un modo per far rivivere la struttura di cui si occupa. Ha mandato e-mail in tutta Italia, perfino a Agrigento e Lampedusa. «Avevo l'hotel vuoto e questo nonostante avessi fatto di tutto per riconvertirlo ad ostello - spiega - Si tratta di un bell'hotel, ma che non può competere con le nuove strutture realizzate per i mondiali di ciclismo, che hanno le camere più spaziose. Quella dell'ostello mi sembrava una buona idea. Avevo chiesto alle istituzioni di aiutarmi un po' nella promozione, ma non ho trovato disponibilità. Quando ho saputo della possibilità di ospitare i profughi mi sono attivato, pensando di aver trovato una buona idea per far vivere la struttura. All'arrivo dei profughi ho capito di aver fatto bene: sono ragazzi educati, alcuni parlano italiano, tutti l'inglese e il francese. Se ogni tanto sono nervosi è perché sono obbligati a stare in albergo tutto il giorno e si annoiano: del resto hanno 20-25 anni».
Bettini non avrebbe mai immaginato che ospitare qui profughi lo avrebbe messo al centro di tante polemiche: «Dai residenti ho ricevuto critiche e i proprietari dell'albergo mi hanno detto di non aver gradito questa soluzione. Tanto è vero che nei mesi scorsi avevo presentato la cessione dell'incarico e i proprietari mi avevano sempre spinto a ritirarla, chiedendomi di continuare a tirare avanti, in attesa dei tempi migliori. Adesso me l'hanno firmata e da settembre non sarò più qui».
Eppure Bettini è proprio un albergatore con i fiocchi. «L'ospitalità prevede di organizzare le attività più consone “ai clienti”. Io, per non lasciarli senza far niente tutto il giorno, sto attivando un corso di italiano. In più ho cercato di imporre loro delle regole, per far loro capire che non sono in vacanza. Per esempio, la sveglia suona alle sei del mattino per tutti. Ho dato delle responsabilità di controllo ai ragazzi più grandi, mi sto occupando di loro».
Adriana Morlacchi
s.bartolini
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