Galli ha deciso: “Non vado” Aspesi pronto: “Tre sì e un no”

VARESE Il presidente della Provincia non andrà a votare. Questo fine settimana lo passerà in famiglia: «Non intendo partecipare a un voto che non ha nulla a che vedere con acqua, nucleare e legittimo impedimento, ma è solo una dimostrazione di forza contro il capo del Governo». Elezioni ipocrite, secondo Dario Galli, che non c’entrano con i problemi del paese e la volontà degli italiani, ma sarebbero solo un’ulteriore occasione per misurare il livello di gradimento di Silvio Berlusconi.


«Non voglio contribuire a mischiare le cose, questo non toglie che abbia delle opinioni chiare su tutti e quattro i quesiti. Sul legittimo impedimento trovo giusto che le alte cariche dello stato non abbiamo “distrazioni” durante il governo. Se necessario saranno giudicati dopo, com’è giusto che sia, perché non sono eliminati i processi ma solo posticipati».
Sull’acqua, invece, il presidente della provincia dissente dai big del Carroccio e anche dal sindaco di Varese, Attilio Fontana che ha già annunciato il suo “si” all’acqua, che deve rimanere un bene comune. «I quesiti sull’acqua sono stati presentati in maniera scorretta – continua a questo proposito Galli – Si parla di privatizzazione ma non lo sarà. Quello che si discute è il funzionamento delle infrastrutture. Non dobbiamo pensare solo al Nord, ma in ottica nazionale. Al Sud ci sono una serie di problemi legati alla dispersione e agli sprechi dell’acqua che solo il privato, obbligato a criteri di efficienza, può risolvere». Neanche l’onda emotiva post Fukushima scuote il presidente Galli. «Il piano nucleare è sospeso e votare “si” vorrebbe dire far perdere all’Italia anche la possibilità di entrare nei circuiti di ricerca internazionali. Non si potrebbe neanche più parlare del nucleare». In linea con il presidente anche l’assessore provinciale, Luca Marsico (Pdl). Anche se per ragioni differenti, lui come Galli, domenica starà in famiglia e niente urne. «Faccio parte di quella schiera di cittadini che pensa che l’esercizio del voto all’interno di un referendum sia facoltativo – spiega – Se è vero che il voto è un diritto e non un dovere allora rientra nelle mie facoltà decidere di non partecipare alle consultazioni referendarie». Assolutamente contrario rispetto a questa linea, invece, è il capogruppo democratico Mario Aspesi, sindaco di Cardano al Campo che andrà a votare, ma a sorpresa, saranno tre sì e un no. «Tre si per nucleare, legittimo impedimento e pubblicità dell’acqua – spiega Aspersi – No, invece, alla remunerazione del capitale. Trovo assolutamente giusto far cassa sul servizio, a maggior ragione se sarà lo Stato a gestirlo. Il capitale da investire va necessariamente recuperato, soprattutto se si pensa che l’80% dell’acqua potabile è usata per attività agricole e industriali. Bisognerebbe stabilire un quantitativo definito “indispensabile” che rimanga gratuito, il surplus per riempire le piscine e farsi otto docce al giorno, bisogna farlo pagare. Così magari la gente imparerebbe a non sprecare un bene tanto prezioso».
Valentina Fumagalli

s.bartolini

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