“Le promesse? Un due di briscola” E il Ticino non molla sui ristorni

VARESE Ristorni frontalieri, ci risiamo. La Lega dei Ticinesi non molla e insiste sulla linea dura contro i lavoratori italiani in Svizzera e i quattrini che vengono versati ai comuni di confine. A lanciare l’ennesimo “in alto le armi è Lorenzo Quadri, consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi che, dalle pagine del Mattino, tira fuori le unghie quando è in corso il conto alla rovescia sul blocco dei ristorni. La data prevista per il versamento è il 25 giugno: è

quindi verosimile che il Consiglio di Stato elvetico decida sul da farsi già domani.
“Sarebbe a mio giudizio un errore fare retromarcia, ossia sganciare il malloppo, dopo essere arrivati a questo punto, suscitando anche una certa preoccupazione Oltreconfine – scandisce Quadri – Soprattutto, sarebbe fatale credere che le due mozioni recentemente votate dalla Camera dei deputati italiana per il riavvio delle trattative tra Berna e Roma costituiscano un segnale di distensione dei rapporti tra Svizzera ed Italia. Le due mozioni in questione contano, con tutto il rispetto parlando, come il due di briscola. La guerriglia alla Svizzera in generale ed al Ticino in particolare, condotta a suon di misure vessatorie, di liste nere illegali, di vergognose contumelie internazionali, è un chiodo fisso e personale di Tremonti. Su questo concorda chiunque abbia trattato con lui. Ergo, finché Tremonti sarà ministro, non cambierà nulla. Neanche se il Parlamento italiano votasse una mozione al giorno”.
Insomma, niente retromarcia, nonostante il voto bipartisan in aula. La Lega dei Ticinesi ha ben chiaro un fatto: il blocco dei ristorni “è uno strumento di pressione dotato di una certa efficacia; e allora dimostriamo di avere il coraggio di continuare sulla via intrapresa. In caso contrario, poco ma sicuro che il giorno successivo il versamento dei ristorni, le ostilità “tremontiane” ricominceranno con virulenza ancora maggiore: perché, come si dice nel Belpaese, passata la festa (incassati i soldi dei ristorni) gabbato lo santo”. Cresce la preoccupazione tra i comuni italiani che denunciano: “C’è il rischio di rimanere in ginocchio”

s.bartolini

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