Cerchio magico contro colonnelli Parte l’assalto al leader Giorgetti

VARESE La lotta per la successione a Bossi è arrivata, nel dopo Pontida, al suo momento culminante.
E i lunghi coltelli del cerchio magico avrebbero deciso di tentare lo scacco matto al cuore della Lega Lombarda, chiedendo al Senatùr il commissariamento del segretario nazionale Giancarlo Giorgetti. Il nome del suo successore? Quello del vicepresidente del Senato Rosi Mauro. Lo scopo sarebbe quello di spostare l’asse di potere. Colpire l’area del partito, di cui Giorgetti è figura chiave,

legata ai colonnelli, ovvero ai ministri Roberto Maroni e Roberto Calderoli, e prendere in mano la regione chiave della Lega, di cui diventerebbe commissario una delle anime più forti del cerchio magico, per spianare la strada ad un dopo Bossi. Ed evitare il partito passi nelle mani di Maroni che, dopo il raduno sul prato sacro, è stata a furor di popolo eletta vero e unico successore del Capo.
Una mossa, quella di commissariare Giorgetti, che si sentiva già nell’aria, seppure fosse ben lontana dall’essere inquadrata nella sua completezza, quando sul palco di Pontida, il Senatùr, a manifestazione ormai chiusa, è corso nuovamente sul palco, dopo “avere parlato” con gli esponenti del cerchio magico, per dire che bisognava diminuire gli incarichi.
Una frase sibillina che ha trovato un senso solo quando ieri in mattinata è filtrata la voce che, nella riunione del pomeriggio in via Bellerio, il gruppo vicino al vicepresidente del Senato Rosi Mauro e al capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni, ma guidato direttamente dalla moglie del capo Manuela Marrone (che pure resta nell’ombra), avrebbe tentato di fare firmare a Bossi un documento di commissariamento nei confronti di Giorgetti.
La voce era vera, e infatti in una lunga riunione si sono fronteggiati da un lato Rosy Mauro e dall’altro i ministri Roberto Maroni e Roberto Calderoli, che hanno fatto quadrato nel difendere Giorgetti.  A quanto pare, Reguzzoni avrebbe avuto qualche difficoltà a varcare la soglia di via Bellerio, perché mal accolto dagli stessi dipendenti del quartier generale.
Bossi comunque non ha firmato, almeno per il momento. Il modulo è pronto e la battaglia portata avanti dai colonnelli per impedire che il capo avvalli il commissariamento è andata avanti fino a tarda sera. Se alla fine prevarrà il cerchio magico, il passaggio di consegne non avverrà senza traumi. Sarà probabilmente l’inizio della fine. I sindaci del movimento e le segreterie provinciali delle tre regioni padane (Lombardia, Piemonte e Veneto) sono sul piede di guerra. Gli amministratori lombardi minacciano le dimissioni. E, qualora passasse il commissariamento, sarebbe già pronta una manifestazione di protesta davanti alla casa del Senatùr a Gemonio. Dal canto loro anche i parlamentari leghisti potrebbero scatenare il caos in Parlamento, arrivando a non votare la fiducia al governo Berlusconi e gli stessi ministri potrebbero prendere decisioni pesanti. Insomma, sarebbe il caos.
Intanto, per queste sera è convocata a Varese, nella sede provinciale, una riunione del direttivo per analizzare la situazione.
In ultimo, non c’è solo la Lombardia. Una volta che il cerchio magico ottenesse la firma del commissariamento di Giorgetti, avrebbe pronta anche la seconda fase: il commissariamento del Veneto. Ieri da via Bellerio nessun commento ufficiale e oggi il grande capo Bossi, stando a fonti interne al partito, avrebbe chiesto di intervenire per smentire e calmare le acque. Salvando l’apparenza. 
Marco Tavazzi

s.bartolini

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