Varese “sacrificata” per Milano I maroniani salvano Canton

VARESE Varese potrebbe essere “sacrificata” per la battaglia sul congresso nazionale.
Nella Lega Nord è iniziata la lunga marcia verso la resa dei conti, che si avrà in vista del rinnovo della segreteria della Lega Lombarda. È quella infatti la partita che Roberto Maroni non vuole perdere. Puntando a fare vincere un suo uomo ed evitando che dopo Giancarlo Giorgetti si insedi un esponente del cerchio magico.
Motivo per cui il Bobo, a quanto si apprende,

non vorrebbe scombussolare troppo la situazione creando un putiferio a Varese con la mozione di sfiducia nei confronti del segretario provinciale Maurilio Canton, vicino all’ex capogruppo Marco Reguzzoni.
L’eventuale sfiducia, infatti, dovrebbe essere posta domani sera, mercoledì, quando il direttivo provinciale si riunirà nella sede di via Magenta, dopo mesi, per affrontare i punti all’ordine del giorno. Tra cui stabilire la data per l’elezione dei delegati al congresso nazionale.
Proprio per decidere quale strategia adottare, i dirigenti provinciali maroniani si sono incontrati ieri sera in una sorta di riunione di “maggioranza”, dal momento che detengono più della metà dei membri del direttivo (sia elettivi che di diritto, come i segretari delle circoscrizioni leghiste).
La riunione si è protratta fino a tarda notte.
Al momento, nessuno nella dirigenza si sbilancia. Anche se appare difficile che, a questo punto, la mozione di sfiducia possa essere presentata, salvo un ordine diretto dell’ex ministro. 
Rimane da vedere quale sarà la reazione dei militanti della base maroniana, che all’indomani della delibera federale avevano dato per scontato che anche a Varese si sarebbe rivotato. Addirittura, per essere sicuri, avevano già preparato la mozione di sfiducia. Ma, salvo una decisione diversa da parte di Maroni, non sarà presentata. La strategia è quella di non smuovere le acque. E di rimandare la battaglia finale al voto sulla Lombardia. Dove non tutti, tra i maroniani, credono che Reguzzoni voglia veramente chiamarsene fuori.
L’ex capogruppo ha dichiarato che non intende candidarsi. Se questo risultasse vero, il cerchio magico dovrebbe trovare un candidato da sostenere. Magari un candidato di compromesso, un bossista non troppo inquadrato nel cerchio magico, come Roberto Castelli o Roberto Calderoli. La candidatura di quest’ultimo, bergamasco, creerebbe qualche problema a Giacomo Stucchi, sempre di Bergamo, nella rosa dei maroniani papabili alla segreteria.
Alla fine, Bossi potrebbe imporre un nuovo mandato all’uscente Giorgetti, che risulterebbe quindi candidato unico.
Marco Tavazzi

s.bartolini

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