Il fratello di don Marco «Non lo abbandonerò mai»

«Marco è mio fratello, non posso far altro che aspettare di riabbracciarlo. Non lo abbandonerò mai».
Il dottor Dionigi Mangiacasale, pneumologo dell’ospedale di Mariano Comense, in provincia di Como, non si nega al telefono.
È provato, ma accetta di parlare del dramma che ha sconvolto la vita di suo fratello, della sua e di un’altra famiglia.
Scandisce le parole una ad una, pacatamente. Tradisce appena l’ansia per la vigilia dell’interrogatorio di garanzia, previsto oggi,

al termine del quale l’avvocato Renato Papa (che difende don Marco Mangiacasale insieme al legale milanese Marco Zanchetti) chiederà gli arresti domiciliari per il sacerdote, accusato di violenza sessuale pluriaggravata e reiterata ai danni di una ragazzina.
La strategia è duplice: ammettere le contestazioni («ma è deciso a fornire la propria versione dell’accaduto, perché non c’è mai stato nulla di violento», ha detto Papa) e chiedere «di essere aiutato».
C’è una cosa che colpisce nelle parole del dottor Mangiacasale. Pur provato da un dolore personalissimo, non dimentica che in questa vicenda, oltre al fratello ci sono altre persone coinvolte.E così ha una parola buona per tutti: la ragazzina, la sua famiglia, il lavoro dei magistrati. Persino la stampa.
Dottor Mangiacasale, ha notizie di suo fratello dal carcere?
Non direttamente, visto che per ora mi è stato impossibile vederlo. So che è provato, abbattuto, sofferente.
Come avete reagito, in famiglia, di fronte alla notizia dell’arresto di don Marco?
Siamo affranti. È un momento difficile e buio per la nostra famiglia. Ma faremo quadrato attorno a lui, per quanto sarà nelle nostre possibilità. Come valuta i provvedimenti della magistratura?
Ho la massima fiducia nella magistratura inquirente e giudicante e mi atterrò alle sue decisioni. Ma…
Ma?
Ma questo prescinde dal rapporto affettivo. Gli starò vicino, pur nel dolentissimo rispetto di tutti i protagonisti di questo dramma, a partire dalla ragazzina e la sua famiglia.

e.frigerio

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