Svolta anti-crisi al Cairoli Gite low cost e con il «tetto»

VARESE Svolta low cost sulle gite scolastiche. Differentemente da quanto accade in altre scuole, al liceo classico Cairoli i viaggi di istruzione si fanno fin dal ginnasio. Ma quest’anno è stato approvato un regolamento finalizzato a contenere la spesa per le famiglie. «Una scelta all’insegna della sobrietà – spiega il preside Salvatore Consolo – Abbiamo voluto dare un segnale visti i tempi di crisi e proporre ai ragazzi una riflessione».
Per prima cosa è stato introdotto «il

budget massimo di spesa» che varia in relazione all’anno frequentato.
I “primini”, per esempio, possono partecipare a gite di un solo giorno, rimanendo in Lombardia o in Piemonte. Bene i musei di Milano o i castelli della Valle D’Aosta, tanto per fare due esempi. «In questo modo non si grava ulteriormente sulle famiglie che hanno già speso parecchio per acquistare i libri di testo, che in quarta ginnasio sono tutti nuovi» spiega il preside.
Nel secondo anno di ginnasio il regolamento prevede che si possa stare via tre giorni, a patto di rimanere in Italia. Ma il budget a persona non può superare i 250 euro.
La meta del viaggio deve essere preferibilmente raggiunta in pullman, cosa che consente di contenere i costi. Quest’anno la scelta è ricaduta su Pompei, Firenze o Paestum.
Nel triennio è possibile spingersi fuori dai confini del Bel Paese, ma non se il viaggio costa più di 450 euro a studente.
In tutti i casi, inoltre, la scelta della meta è preceduta da un sondaggio anonimo, nel quale gli studenti possono dichiarare senza imbarazzo se la spesa sia o meno accessibile alla propria famiglia.
«Quando l’adesione non raggiunge l’80% degli studenti, il viaggio di istruzione non si fa – continua il preside – Non ho dati sottomano, ma la partecipazione degli studenti è stata in linea con quella dell’anno scorso. Mi sono ritrovato a rifiutare alcune propose che non erano in sintonia con il regolamento perché troppo onerose, come quella di andare a Istanbul a gennaio».
I viaggi di istruzione rappresentano un impegno organizzativo notevole per le scuole. Gli accompagnatori, inoltre – a oggi – non ricevono alcuna indennità. In pratica, i professori che danno la disponibilità a portare i ragazzi in gita vengono pagati come se fossero in classe a fronte di una responsabilità che dura 24 ore su 24, per tre, quattro o cinque giorni consecutivi».
«Inutile dire che gli imprevisti sono dietro l’angolo – prosegue – Ieri, per esempio, a uno studente in gita a Salonicco è stato rubato il portafoglio con dentro la carta di identità. Un problema che la scuola ha potuto risolvere inviando in Grecia una copia del documento». Altrimenti sarebbero stati guai seri. Insomma, pagati come per restare in aula ma con diversi rischi in più.

s.bartolini

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