In manette rapinatore frontaliere Uccise un tabaccaio a Legnano

SALTRIO Pericoloso killer già noto alle forze dell’ordine. Ma ha commesso l’errore di riattraversare il confine con il Canton Ticino. Pur sapendo di essere nel mirino della polizia cantonale e delle guardie di confine. Così è stato arrestato. Proprio perché considerato uno dei responsabili della rapina, con un bottino di diverse decine di migliaia di franchi, messa a segno alla filiale di Arzo, paese ticinese al confine proprio con Saltrio, della banca Raffeisen, verso le 13.30 di giovedì 26 luglio. Colpo portato avanti a mano armata: per farsi consegnare i contanti i rapinatori non avevano esitato a minacciare la cassiera dell’istituto con un’arma da fuoco.

A finire in manette è stato così un varesotto di 39 anni, Diego Mombelli, residente a Cardano al Campo. Un nome noto anche alla giustizia italiana: infatti fu arrestato per aver sparato e ucciso un tabaccaio di 48 anni, Alessandro Pastore, durante una rapina in via Romagna a Legnano il 1° giugno del 1999. Un crimine per cui fu condannato a trent’anni di carcere, salvo essere scarcerato nel 2010. Stando al ministero pubblico elvetico, alla polizia cantonale e alle guardie di confine,

ancora impegnati sul caso, è proprio lui, infatti, uno dei tre rapinatori entrati in azione e fuggiti, dopo aver arraffato i soldi presenti nelle casse dell’istituto di credito ticinese. Fuga che li aveva portati attraverso la frontiera boschiva tra Arzo e Saltrio. Raggiunta prima a bordo di una di una Bmw grigia che hanno quasi subito abbandonato, poi valicata a piedi.  Da lì sono partite le indagini. Che hanno raggiunto quasi subito un primo obiettivo: perché ora il 39enne è rinchiuso dietro le sbarre. La sua identificazione è stata resa possibile grazie alla minuziosa indagine degli agenti della Polizia giudiziaria dei commissariati di Chiasso e di Lugano.

Il 39enne è stato fermato martedì poco dopo le 12 dalle Guardie di confine al valico del Marcetto a Novazzano mentre cercava di entrare in Ticino in sella ad una moto di grossa cilindrata. Successivamente è stato consegnato alla Polizia cantonale. Le indagini però sono tutt’altro che chiuse. Primo perché all’appello mancano ancora i due complici, secondo perché proseguono senza sosta anche gli accertamenti e le verifiche condotte in collaborazione con gli inquirenti della forze dell’ordine italiane. Massimo il riserbo degli inquirenti su ulteriori dettagli. Secondo gli investigatori svizzeri, infatti, il 39enne di Cardano al Campo potrebbe essere un “frontaliere” del crimine: è sospettato di altri colpi in Ticino.

b.melazzini

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