Il monito a Renzi arriva dal lago

Al Pd che al secondo turno delle amministrative perde grandi serbatoi di voti come Perugia e Potenza, viene sconfitto a Urbino e Civitavecchia e subisce un rovescio storico a Livorno arrendendosi ai Cinquestelle, arriva una lezione istruttiva dalle nostre parti, appena al di là del Lago Maggiore.

Essa sembra fatta apposta per rafforzare l’opinione di Matteo Renzi:«II lavoro di repulisti locale s’è appena iniziato e deve continuare a spron battuto. Altrimenti si corre il rischio d’ulteriori amare sorprese». Ma raccontiamo quant’è (accaduto dirimpetto a Laveno Mombello, nel capoluogo del Vco: Verbania). Qui si è andati al voto dopo il suicidio del centrodestra. Conquistata la città nel 2009, l’alleanza Pdl-Lega-Udc l’ha successivamente perduta a causa di faide interne, costringendo alle dimissioni il sindaco Zacchera e trasferendo i compiti di provvisoria gestione al commissario prefettizio nell’attesa che si riaprissero le urne.

Nel primo turno la candidata del centrosinistra, Silvia Marchionini, ha largamente superato la rivale del centrodestra, Mirella Cristina, ma non in misura sufficiente a vincere.

Nel secondo turno l’ha surclassata: 77,89% dei consensi contro 22,11%. Per la prima volta una donna di giovane età, senz’esperienza titolata se non la guida d’un piccolo paese di collina a nome Cossogno, sarà a capo dell’importante municipio rivierasco. Le toccherà darsi molto da fare perché la città si mostra malridotta, i danni d’una legislatura trascorsa a combinare poco più di nulla sono evidenti, e appare indispensabile una sollecita rifondazione. All’impresa si dedica un’esordiente sostenuta da una squadra d’esordienti: una bella scommessa.

La Marchionini -e qui siamo al punto che c’importa- risulta peraltro specializzata nel conquistare ciò che s’annunzia impossibile.

Ne ha offerto prova nei mesi scorsi, durante le primarie del Pd. I democrats, che a Verbania vantano una tradizionale primazìa, avevano puntato su Dario Brignoli, espressione dello stato maggiore del partito e talmente sicuro di spuntarla con facilità sulla concorrente da non impegnarsi più di tanto nella competizione. La Marchionini -laurea in sociologia e appassionata podista- non s’è lasciata intimorire dal pronostico avverso. Ha cominciato a girare per il territorio, visitando quartieri, prestando attenzione specialmente alle periferie, trascorrendo molto tempo tra la gente: è perfino arrivata a render visita a centinaia di famiglie, in una specie di porta a porta propagandistico.

A tutti e con pazienza ha illustrato un programma semplice, s’è resa disponibile al contraddittorio e circondata d’una squadra di potenziali assessori umili come lei. Ne sono scaturiti la vittoria alle primarie e il trionfo alle elezioni. La significativa vicenda insegna al Pd (e non esclusivamente al Pd) qual è la strada da seguire anche al di qua del Lago Maggiore, e ben oltre i confini varesini: indica con un chiaro esempio come l’Italia di oggi vuole sostituire quella di ieri. Cioè: bisogna cambiare, rinnovarsi, proporre volti freschi, riconsegnare la politica alla sua naturale vocazione di autentica rappresentatività popolare.

Non osservando quest’obbligo di buonsenso, si ignora colpevolmente il messaggio mandato da milioni d’italiani tramite l’occasione parlamentare europea.

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