Il super bidello Massimo Spolon: «Sfido i miei limiti remando a tutta»

Gavirate - Un incidente in moto non ha fermato la sua passione per lo sport sbocciata con il pararowing

C’è chi lo conosce come Massimo, chi invece, tra le mura della canottieri Gavirate, lo chiama da sempre “il Bidello”. Si tratta di Massimo Spolon, 48 anni, “di Brebbia”, come piace dire a lui. Un uomo di scuola e di sano sport. Massimo lavora infatti presso la scuola secondaria di 1° grado del suo paese, come operatore scolastico, mentre nel pomeriggio ama dedicarsi allo sport, in particolare al canottaggio. Essere affetto da focomelia alla gamba destra e aver fratturato l’acetabolo (bacino) sinistro in seguito a un incidente in moto nel lontano ‘92, per lui non sembra essere mai stato un problema, anzi, semmai uno stimolo a superare difficoltà e problemi.

Ho iniziato nel 2007. Prima di allora andavo a nuotare in piscina, a Besozzo, lì ho conosciuto Simone Miramonti, ex atleta del canottaggio adaptive. È stato grazie al suo consiglio che mi sono recato presso la Canottieri Gavirate e da li è cominciata la mia avventura. All’inizio per me era un hobby, poi la mia allenatrice, Paola Grizzetti, mi ha iscritto alla mia prima gara, e da quella volta capii che il mio passatempo si era trasformato in passione. Il canottaggio per me non è solo una valvola di sfogo o un momento di pausa sul lago circondato da cigni, in attesa del fantastico tramonto. Il canottaggio per me rappresenta una sfida continua nel superare i miei limiti, ogni giorno di più.

Assolutamente no. Il mio tempo e le mie attenzioni sono ben suddivise, tra canottaggio, scuola e soprattutto famiglia. Tutte le mattine, al lavoro, sono il classico “bidello” simpatico, quello che tutti i giorni vive la realtà scolastica a fianco dei ragazzi. Mi piace parlare con loro anche perché vivono quella “fase di mezzo” un po’ complicata, in cui non sono più bambini ma nemmeno adolescenti. Spiego loro l’importanza di praticare sport, indipendentemente da quale esso sia, danza, calcio, basket, e alcuni si sono iscritti al corso di canottaggio, così mi capita di rivederli anche al di fuori dei banchi di scuola e questo, non lo nascondo, mi da grande piacere. Credo molto nei benefici dello sport e, insieme a mia moglie Anna, sono un grande tifoso del piccolo di casa, mio figlio Riccardo, che già a 10 anni gioca nel basket Gavirate regalandoci grandi soddisfazioni.

Ho sempre pensato che la parola chiave sia “reagire”. Uscite di casa, affrontate il mondo, smettete di lamentarvi ma soprattutto non permettete più a nessuno di compiangervi. Siamo nel 2016 e il mondo è pieno di opportunità. La svolta consiste nello spezzare la routine casa-lavoro-casa. La società è per tutti, lo sport è per tutti. Vado “al massimo” e se ci riesco io, potrete farlo anche voi.