Ai mondiali c’è un solo padrone. Cassioli domina e vince tutto

Il campione gallaratese conquista l’oro anche nello slalom e nel salto: «Ho sconfitto la mia paura»

Ancora, ancora e ancora! Daniele Cassioli entra nella leggenda e si conferma anche ai mondiali australiani di Myuna Bay vincendo tutto quello che c’è da vincere! Per la terza volta consecutiva gli ori del nostro portacolori sono 5 ed è festa azzurra anche nell’emisfero australe. Dopo la vittoria di venerdì notte nella figura arrivano anche le vittorie nello slalom, disciplina in cui lo stesso atleta paralimpico non aveva nascosto qualche difficoltà, e nel salto coi conseguenti ori in combinata per non vedenti e in combinata assoluta. Dopo i mondiali del 2013 all’Idroscalo di Milano e quelli del 2015 di Elk Grove in California arriva la schiacciante vittoria 2017 in Australia. Il nostro azzurro è capace di vincere contro tutto e tutti a qualunque latitudine, col palmares personale che ora è composto da 22 ori mondiali, 20 ori europei, 27 ori ai campionati italiani.

Le imprese però non sono semplici, è lo stesso Cassioli che a Sportmediaset.it dichiara: «Oggi ho sfoderato la miglior prestazione da quando sono in Australia. Sono felicissimo, la sciata più importante l’ho tirata fuori quando serviva». Dopo le batterie di qualificazione Daniele partiva col terzo tempo in graduatoria: «Abbiamo un segnale sonoro che dà indicazioni allo sciatore e indica ai giudici se stai completando correttamente il passaggio oppure no. Dopo di me ha sciato l’americano, Mike Royal, che ha fatto un risultato peggiore del mio come indicato chiaramente dal segnale sonoro, ma incredibilmente il giudice di barca, nonostante fosse a 20 centimetri dalla sirena, non ha segnalato l’errore e dunque avevo virtualmente e ingiustamente perso. Abbiamo fatto ricorso e dopo un conciliabolo fuori luogo, perché era già chiaro, mi hanno assegnato l’oro».

Festa grande che ha fatto il paio con l’oro nel salto: «Tredici mesi fa ero in un letto d’ospedale – racconta ancora Daniele – rischiavo di dover fare anche un secondo intervento dopo il primo d’urgenza. Invece ho ripreso alla grande e ho sconfitto la paura nel salto, che è una disciplina traumatica. Ho ritrovato la fiducia e la voglia animata dalla mia passione. Ho messo il cuore oltre l’ostacolo e la passione davanti alle difficoltà, perché ce ne sono state molte».

Un applauso che diventa una standing ovation quindi per un atleta che riesce a essere un esempio non solo per chi è affetto da disabilità: le sue gesta, la sua voglia di emergere, le sue imprese sportive sono già entrate nella leggenda dello sport a tutti i livelli. Un modello da ripetere ancora, ancora e ancora. 5 volte, per 3.