«Bulgheroni o Recalcati per una grande Varese»

Basket - Il grande Aldo, fresco delle sue 71 candeline, ci parla a ruota libera

Caro Aldo Ossola, leggenda della nostra pallacanestro: tanti auguri innanzitutto. Come ha passato la domenica del suo 71° compleanno? «Molto bene, grazie. L’ho trascorsa con i miei nipoti e la mia famiglia: il meglio che mi potesse capitare».

Tanti. Se devo citarne uno, vado con quello del Poz: mi ha mandato un messaggio e una foto che lo ritraeva vestito con la mia maglia da gioco. Mi ha fatto un grande piacere.

Sinceramente no, ho solo constatato che Varese ha perso. Conta poco: a meno di tragedie la salvezza è conquistata. Anzi.

La tranquillità potrebbe anche spingerla a guardare avanti. Non mi sembra una missione impossibile raggiungere i playoff: quella contro Brindisi sarà una gara decisiva in tal senso. Perché far cadere l’occasione se c’è la possibilità? Varese riuscirebbe a tappare la bocca a tanti entrando tra le prime otto…

La pratica salvezza per Varese è come lo scudetto per la Juve del calcio: arriverà per mancanza di avversari. Posto che è ancora presto per fare un bilancio definitivo, penso che se solo Torino avesse giocato un po’ meglio la salvezza sarebbe stata una pratica molto più sudata. Non ci giriamo intorno: a causa delle scelte sbagliate di mercato, fino a metà campionato quella di quest’anno è stata forse una delle squadre più deboli mai avute a questi lidi. Si andava al palazzetto a vedere dei giocatori che facevano il 5 contro 5, senza alcuno spirito: dovessero tirarlo fuori ora, quello spirito, potrebbe succedere di tutto.

Sì, Wright è un leader, è il secondo regista autentico dopo la parentesi di Ukic. Prima brancolavamo nel buio, ora la lampadina si è accesa. Con un play il miglioramento dei compagni è automatico: sono più tranquilli, sereni, incrementano le loro percentuali.

No, anche perché non conosco bene il livello degli avversari… Ma vincerla non sarebbe male e soprattutto – almeno da quanto ho capito – sarebbe un toccasana per le casse societarie. Poi ci metterebbe in buona luce presso la Fiba: quando Bertomeu (il papà dell’Eurolegue ndr) andrà in pensione, l’Eurolega avrà parecchi problemi. Bisogna farsi trovare pronti.

Mi limito a osservare che la gestione dovrebbe semplicemente essere affidata a una persona che ha “vissuto” davvero la pallacanestro e che di questa capisca fino in fondo. E sono convinto che troppe teste facciano solo dei gran pasticci: si scelga uno e lo si faccia bene. Serve un uomo di esperienza che riparta dai giovani e dagli italiani.

Bene: si proceda allora con qualche straniero coi baffi. Anche se oggi gli americani, e Varese lo insegna, li puoi cambiare in ogni momento… Non mi piace per nulla: Lega e Federazione dovrebbero fare qualcosa per cambiare questa regola.

Ho sentito molto parlare di Recalcati: a me non dispiacerebbe per nulla.

Farebbe male secondo me: meglio passare dall’altra parte a 71 anni. Bisogna riconoscere quando è il momento di smettere: lo feci io, sul campo, dopo la finale persa di Grenoble.

Il mio sogno sarebbe Toto Bulgheroni, ma penso che non accetterebbe mai.

Il 30 aprile lo presenteremo ufficialmente in Comune. E dal 2 maggio inizieremo con la leva. Vorrei sottolineare una cosa: questa iniziativa non è una guerra contro Pallacanestro Varese e Robur. Trovo molto bello che la città di Varese possa avere un altro posto in cui far crescere i giovani, un luogo che serva a tenerli lontani dai pericoli e dalle devianze. Lavoriamo insieme, torniamo ad essere scuole di vita come nel passato: fare una guerra inutile non ha senso. Ho appena visto Max Ferraiuolo: la pensa come me.

E chi lo farebbe poi il suo lavoro? Certo è che, dopo “Carletto” e Toto, metto lui: ha sviluppato una grande conoscenza della pallacanestro, in campo e fuori. L’importante, qualunque sia la scelta, è non andare a cercare personaggi fuori dal mondo.

Ai miei tempi c’era Pierfausto Vedani, della Prealpina, che ci dava contro e non poco… Le critiche vanno prese nel modo giusto: solo così diventano costruttive».