«Fuck The Cancer tocca l’anima e il cuore. Grazie»

Consegnati altri 40.750 euro alla fondazione Giacomo Ascoli: «Un gesto universale»

«Ciò che avete fatto va oltre la raccolta fondi, l’asta delle magliette, la festa: è qualcosa di universale». Marco Ascoli, papà di Giacomo a cui è intitolata la Fondazione Ascoli, traduce in parole quello che Alice, la più cara amica di Erika, scrive con un pennarello sul mega assegno che arriverà nel reparto di oncoematologia infantile dell’Ospedale del Ponte sotto gli occhi della famiglia Gibellini e dei suoi angeli custodi, i ragazzacci della Curva Nord: 40.750, quarantamilasettecentocinquanta euro.

Potremmo scrivere “vittoria”, “successo”, “risultato straordinario”; Marco Ascoli lo dice meglio di noi: «Neanche loro, questi ragazzi che io “i Fuck The Cancer”, sanno quanto è grande e importante ciò che hanno fatto. Qualcosa da preservare e continuare a sostenere, un simbolo che esprime la forza di queste persone che si sono riunite con per uno scopo che tocca l’anima e il cuore. Idee apparentemente semplici, sostenute dal motivo di ricordare per sempre un simbolo, Erika: la figlia di una di loro che è diventata la figlia di tutti loro. Proprio come è successo a Giacomo, che non è più mio figlio ma è il figlio di tutti. Lo spazio lasciato nel cuore dei genitori dal dolore è diventato lo spazio nel cuore di tutti noi, legati dalla solidarietà e dalla beneficenza. Posso dire solo una cosa: grazie. Grazie di cuore».

Con questi soldi, che aggiunti a quelli dell’anno scorso fanno più di 90.000 euro (novantamila euro), si potranno comprare, come spera papà Gibe, «Non due, ma tre camere asettiche».

Ascoli prosegue: «Per la Fondazione il 2017 è stato decisivo. Siamo partiti il 3 aprile 2009, inaugurando grazie ad un’autorizzazione della Regione Lombardia avallata dall’Ospedale del Ponte una piccola unità, il day hospital. Potevamo ospitare 20 bambini. Ad aprile di quest’anno c’è stato un passo avanti decisivo: il day hospital è diventato un dipartimento a sé stante. I bimbi erano 20: oggi sono 100». Le ragioni per cui è stato possibile sono le stesse che stanno alla base di Fuck The Cancer: «Condivisione, impegno, aiuto, solidarietà: dei medici, che con sacrifici si sono specializzati in oncoematologia pediatrica; e di tutta la comunità varesina. Grazie. Grazie a tutti voi. Siate consapevoli della grandezza di ciò che fate».

Mentre viene consegnata la maglia del Lecce di Checco Lepore allo chef Maurizio – che ieri ha ospitato (e nutrito) tutti i presenti alla cerimonia dell’assegno nella sua “La Cucina di Altamura” di viale Borri a Varese – ci sono istantanee che rapiscono gli occhi: l’emozione dei Gibellini – mamma Angela, papà Massimiliano e la piccola Sofia -; il sorriso di Alice («dopo tante cose brutte, è bello fare qualcosa di positivo, di grande. Per Erika»); l’orgoglio dei ragazzacci della Curva (Stefano, Gianluca, Serena, Eleonora, Marino, Marcello, Marco e con loro i 200 volontari che hanno reso possibile Fuck The Cancer).

Manca solo un intervento, quello di papà Gibe. Un intervento semplice e potente: come la solidarietà, le feste che fanno bene, le persone che si impegnano; come l’amore, come il ricordo. Fa così, semplice e potente: «Grazie».

La piccola Sofia Gibellini con il mega assegno di Fuck The Cancer 2.0 in onore della sua sorellona Erika

La piccola Sofia Gibellini con il mega assegno di Fuck The Cancer 2.0 in onore della sua sorellona Erika

(Foto by Varese Press)