«Il mio Varese era meno forte. C’è un segreto? Sì, è Scapini»

Giacomo Croci segnò il primo storico gol della squadra di Sogliano

– La maglia del Varese pesa. Pesa almeno, almeno 20, 30 chili in più di altre maglie. Perché quando la si mette addosso si mette addosso una storia fatta di roccia, fango, filo spinato. È l’eterna storia d’amore che porti dietro per una vita intera, con tutto il suo peso.
Chi porta ancora oggi addosso quella maglia è Giacomo Croci: l’uomo che segnò il primo storico gol della scalata di Sogliano nell’Eccellenza di una vita fa. Oggi, ancora il Varese, a un passo dalla Serie D.

E come potrei non esserlo? Questi ragazzi hanno fatto meglio di noi, che arrivammo dietro il Fanfulla…

Con l’arrivo di Devis Mangia vincemmo quasi tutte le partite del girone di ritorno ma non ci fu nulla da fare. Il Varese di oggi ha fatto meglio di quello di Sogliano. Ora ci aspettiamo grandi cose…

Beh, la vittoria della Serie D l’anno prossimo.

I tifosi del Varese si sono fatti la bocca buona. Noi non avevamo tutta questa gente: questo pubblico merita solo il meglio.

Certo ma non solo. Per me è anche di un’altra persona.

Di tutta la dirigenza, e in particolare di Giorgio Scapini. Una persona meravigliosa.

Sì: lo conosco bene, dal ’94-’95 quando mi allenavo con lui. È una persona eccezionale tanto quanto l’impresa che sta facendo.

No, al suo primo anno da ds della prima squadra è riuscito a costruire un gruppo perfetto: ottimi giovani e vecchi con la testa sulle spalle, che li aiutano a crescere. I risultati parlano chiaro: il suo Varese sul campo ha fatto decisamente meglio del nostro, quello di Sogliano.

Giorgio Scapini sarà l’uomo chiave del Varese del prossimo anno. Sono sicuro che troverà ancora dei nuovi giovani di grandissimo livello. In D i giovani che devono scendere regolarmente in campo non sono pochi. Ha il difficilissimo compito di creare un grande gruppo.

Il Chinetti è la seconda casa del Varese.

E non solo. Quando nel ’98-’99 eravamo in C1 ci allenavamo lì, al Chinetti. Dove avvenga la promozione, infondo, poco importa. Quello che conta è che l’entusiasmo di oggi, che lo stesso dei tempi di mister Beppe Sannino, sia ripagato con un posto nella storia.