Il viaggio di Dora

La giovane lanciata da Orago è pronta a spiccare il volo nella Middle Tennessee State University

Dora Peonia è uno degli ultimi «gioellini» sfornati dalla Pallavolo Orago. La centrale, originaria di Castel Bolognese, cresciuta sotto la guida esperta di Giuseppe Bosetti e Franca Bardelli, è ora pronta a spiccare il volo lontano dall’Italia.


Lunedì partirò per gli Stati Uniti, precisamente per Murfreesboro in Tennessee, per iniziare l’università senza però interrompere la mia carriera pallavolistica. Infatti ho ottenuto la borsa di studio per meriti sportivi e giocherò nella squadra dell’università, la Middle Tennessee State University.


Diciamo che è andata bene. L’emozione era come quella prima delle finali importanti: ansia, adrenalina e agitazione. Ma c’era una piccola differenza, per la maturità non le provi molto volentieri queste emozioni!

Volevo fare un’esperienza di studio diversa e in lingua. Alla fine le mie esperienze fuori casa le ho fatte ma mi piacerebbe spingermi oltre. A livello sportivo aspiravo a buttarmi in un mondo diverso dove la meritocrazia e il sacrificio sono la base. In più voglio migliorare il mio gioco, il livello e magari imparare un altro ruolo.


Si direi di sì, però non di tutta la famiglia. Mia sorella Susanna è lì da tre anni, mentre le mie cugine hanno già completato le loro esperienze tramite il softball. Invece mia sorella Emma è qui in Italia, alla fine qualcuna deve stare con la mamma e il papà!

L’esperienza a Orago è stata senza dubbio determinante. Mi è servita per farmi le ossa, per imparare i gesti tecnici e il valore della parola squadra. Anche il mio ultimo anno a Castellanza nella Sab Grima Irge Volley mi è stato utile per consolidare il tutto.

Sono diventata campionessa di Italia Under 16 con il premio di miglior centrale. È stato il giorno più bello della mia vita, mi ha confermato che ne vale la pena di fare sacrifici e metterci tutto l’impegno possibile. In più mi ha dato la carica giusta per inseguire i sogni e realizzarne appunto uno.


A Castellanza ho trovato un ambiente molto accogliente sia grazie alla società che alle compagne. Il campionato era sempre lo stesso con qualche vittoria in più ma con le stesse soddisfazioni. È stata un’ottima esperienza infortunio a parte. E sì, se non fossi partita sarei rimasta sicuramente in A2 ma il treno non passa due volte.


Vivrò nel campus dell’università insieme alle mie compagne di squadra.


Sto bene, sto alla grande! Ho iniziato a saltare poco tempo fa, ormai sono due mesi che ho subito l’intervento. È cambiato che sono senza un pezzettino di menisco, ma sono più forte di prima.

Innanzitutto mi aspetto una laurea, così avrei la possibilità di avere anche altri sbocchi. Mi piacerebbe girare un po’ il mondo, vedere anche gli altri campionati… Però non escludo un ritorno in Italia!


Vorrei giocare il più possibile da professionista, finché ce la faccio. Poi studierò marketing all’università, quindi vorrei lavorare in aziende come Nike o qualcosa del genere. E magari fare anche la mamma!

La mia idea su questa Olimpiade per le azzurre è che comunque rimane tanto amaro in bocca. Non sono nessuno per commentare la nazionale, ma conoscendo alcuni elementi come Miriam Sylla e Anna Danesi sono comunque contenta per loro. Le Olimpiadi devono essere un’esperienza emozionante e unica nel suo genere, quindi sono orgogliosa delle mie due amiche e anche delle ragazze più giovani di me presenti a Rio che stanno vivendo un sogno.


Si ho visto alcune partite di mia sorella in streaming. Penso che il livello del campionato universitario (divisione 1) che andrò a fare si possa paragonare a un campionato di A2 italiano.

Innanzitutto ringrazio chi mi ha insegnato la pallavolo, dal mio inizio a Imola fino a Castellanza passando per Forlì e Orago. Poi chi mi ha sempre sostenuta in qualsiasi modo. Soprattutto tutta la mia famiglia che mi ha spinta sempre oltre, ha fatto sempre il tifo per me e mi ha insegnato i valori (sia sportivi che non) che mi porterò sempre nel cuore.

Crepi il lupo e grazie! Bye bye.n