«Le Paralimpiadi raccontano storie e tirano fuori tutta la bellezza»

Il nostro amico Roberto Bof è a Rio, dove oggi prendono il via le gare dedicate ai disabili

Il mondo a Rio de Janeiro viaggia su binari tutti suoi, con tempi e modalità totalmente differenti. Nella notte si è svolta la cerimonia di apertura, al Maracanà, attorno alle 23 italiane. Là, nel profondo Brasile, c’è l’amico Roberto Bof, a seguire quella che è la sua terza paralimpiade consecutiva dopo Pechino 2008 e Londra 2012. Muoversi per Rio, tra le varie strutture ed i diversi punti nevralgici dell’evento, è davvero complesso, le distanze sono abissali e anche le comunicazioni non sono poi così semplici da stabilire.

Un esempio? La telefonata da cui prende spunto questo pezzo, tramite Wi-Fi, si è articolata in cinque momenti diversi, semplicemente perché trovare una linea internet stabile non è così semplice come potrebbe sembrare. Ebbene, tra le varie vicissitudini, Robi ci racconta le sue prime impressioni da Rio, senza particolari filtri. «In attesa della cerimonia di apertura, ci siamo arrostiti per bene sulla spiaggia di Copacabana. Anche perché dobbiamo stare in giro in attesa di andare al Maracanà,

se ti muovi troppo perdi una marea di tempo. Nei giorni scorsi il clima era normale, mentre adesso è esploso il caldo estivo. Fa davvero caldo. Purtroppo, alla cerimonia non saranno tanti gli italiani e sfilare, questo perché alcuni non sono ancora arrivati in città, mentre altri avranno le gare a breve. In questi primi giorni mi sono impegnato più che altro a rendermi conto del posto in cui sono, le strutture sono lontanissime l’una dall’altra, e i collegamenti sono abbastanza incasinati e per di più lenti. Ergo, te la devi cavare con il taxi. Questo, ad esempio, mi ha portato a perdermi l’inizio della cerimonia dell’alza bandiera a Casa Italia, che è stata inaugurata nei giorni scorsi. Ecco, l’organizzazione è un po’ in disarmo, come se dopo l’Olimpiade abbiano un po’ mollato gli ormeggi. Però non saranno questi problemi a scoraggiarci, il bello delle Paralimpiadi va trovato in tante altre cose. Per questo infatti è bastato arrivare alla piazzetta che dà accesso al Villaggio Olimpico, a cui comunque non si può accedere: ho parlato con tanti ragazzi, anche con i nostri varesini, e l’atmosfera è bella e rilassata, li ho visti tutti tranquilli e sereni e questa è la notizia più bella». Da oggi, per Roberto inizia il giro delle gare, partendo dal nuoto: «In questi primi giorni, sono in compagnia della famiglia di Bebe Vio e di tutta l’associazione Art4Sport.

La Bebe gareggerà il 14, adesso diciamo che è ancora in vacanza. Si sta allenando, quello sì. Domani (oggi), andrò a vedere le qualificazioni del nuoto in cui saranno impegnate la nostra Arianna Talamona e Alessia Berra, che è di Buccinasco ma fa parte della Polha quindi è una varesina acquisita. Il Morlacchi invece dovrebbe iniziare domani, lui partecipa a cinque gare e quindi con le relativa qualificazioni sarà impegnato tantissimi giorni». Chiaro che, per vivere bene queste Paralimpiadi, è necessario non lasciarsi scoraggiare dalle varie vicissitudini: «Come detto, ci sono distanze enormi ed i servizi sono quelli che sono, fai fatica a muoverti.

Noi abbiamo negli occhi l’esperienza di Londra, in cui ovunque ritrovavi il logo delle Olimpiadi o delle Paralimpiadi. Qui a Rio sembra quasi di non essere in atmosfera olimpica. Comunque gli spunti per vivere molto bene questa esperienza ci sono eccome, e vi faccio un esempio: l’altra sera siamo stati all’inaugurazione di Casa Italia, che è stata ricavata da un vecchio oratorio in rovina, in una zona molto povera di Rio. Tutto è stato rimesso a posto, in sinergia con i sacerdoti locali, affinché questo lavoro venga poi portato avanti anche dopo le Paralimpiadi. Molti sponsor si sono dati da fare, in sintonia con le necessità della zona. Nel suo discorso di apertura, il presidente internazionale ha tenuto a sottolineare che questo lavoro fatto a Casa Italia è un esempio di come davvero il popolo italiano sia in grado di dare il meglio di sé in situazioni così. E questo non è l’unico spunto bello da segnalare: l’atmosfera al villaggio olimpico è unica, ti riempie gli occhi, ti scalda il cuore. Lo spirito olimpico, il bello di questa manifestazione, si ritrova qui. Il resto è noia».